protestare
v. tr. e intr. [dal lat. tardo protestari «attestare, dichiarare pubblicamente», comp. di pro-1 e testari «attestare»] (io protèsto, ecc.). – 1. tr. a. Esprimere apertamente e con fermezza una propria opinione o convinzione, un proprio sentimento, o anche affermare o negare l’esistenza di un fatto: p. stima, amicizia, gratitudine verso qualcuno; p. la propria innocenza, la propria buona fede, la propria solidarietà; protestava di non saperne nulla (o che non ne sapeva nulla); p. di essere totalmente all’oscuro della cosa. Come rifl., per lo più seguito da compl. predicativo, dichiararsi: protestarsi innocente, ignaro di tutto; anche, manifestare apertamente un proprio sentimento o atteggiamento: protestarsi devoto ammiratore, fedele servitore, e sim. b. In diritto, p. una cambiale, far accertare da un pubblico ufficiale la mancata accettazione o il mancato pagamento della cambiale (v. protesto). Per estens., nei contratti dei lavoratori dello spettacolo, p. un attore, un’attrice, un cantante, e sim., rifiutare, da parte dell’impresario, le loro prestazioni, dopo averne verificato l’incapacità. 2. intr. (aus. avere) Dichiarare con energia la propria opposizione o disapprovazione, anche pubblicamente, collettivamente: p. contro un provvedimento, contro un sopruso, contro un’ingiustizia; p. per il riconoscimento di un diritto; organizzare un corteo per p. contro il governo; la fabbrica ha indetto uno sciopero per p. contro i licenziamenti; scendere in piazza a protestare. ◆ Part. pres. protestante, anche come agg. e sost., quasi esclusivam. nel sign. storico-religioso (v. protestante). ◆ Part. pass. protestato, anche come agg. con un’accezione partic. (v. la voce).