pseudo-
psèudo- [dal gr. ψευδο-, der. del tema comune a ψευδής «falso», ψεῦδος «menzogna, falsità», ψεύδομαι «mentire»]. – Primo elemento di parole composte, derivate dal greco o formate modernamente (anche nella terminologia lat. scientifica), nelle quali ha genericam. il sign. di «falso». In alcuni casi, indica che la qualità espressa dal termine cui è preposto è soltanto fittizia e non si conviene alla persona o cosa di cui si parla, in quanto deriva da falsificazione intenzionale (così, per es., in pseudofilosofo, pseudoletterato, pseudoprofeta e in altri composti che non vengono qui registrati perché di sign. ovvio e facenti parte di una serie sempre aperta); in altri indica falsa apparenza, oppure sta a significare che l’oggetto ha soltanto somiglianza o affinità con ciò che è designato dal secondo elemento. Si antepone anche a nomi proprî (per es., pseudo-Aristotele, pseudo-Dionigi, pseudo-Longino, ecc.; talora maiusc.: Pseudo-Dionigi) per designare autori di opere pseudepigrafe. Sign. affini ha il prefisso nelle varie scienze: così, in chimica, indica somiglianza apparente, oppure la forma tautomera, isomera o stereoisomera, di un composto: pseudoacido, pseudosale, pseudosoluzione (v. le singole voci); pseudocumene, isomero del cumene; pseudoefedrina, stereoisomero dell’efedrina; pseudotannini, prodotti di scissione dei tannini, non capaci di conciare la pelle animale; ecc. In medicina, indica malattie o formazioni anatomiche, spesso abnormi, che hanno affinità esteriori e non sostanziali con quanto è indicato dal secondo termine (per es., pseudobulbare, pseudocisti, pseudocrup, pseudomembrane). In mineralogia, preposto al nome di un minerale, indica un’altra specie che presenta una effettiva o solo apparente rassomiglianza con quella al cui nome viene premesso; in altri casi indica l’apparente presenza di una proprietà (per es., pseudosfaldatura, pseudorombico, pseudomonometrico).