pseudofamiglia
s. f. Famiglia che solo apparentemente rientra nei canoni tradizionali. ◆ «Conosco molti amici gay che vivono serenamente in coppia, magari da molti anni. Ma non c’è alcun bisogno di mettersi lì a creare una pseudofamiglia "legale" a vanvera, per me ridicola e inaccettabile. Basta sistemare le cose tra persone civili: se viviamo insieme e magari compriamo una casa, chiariamo anche le questioni delle quote, tra persone intelligenti che si vogliono bene. Basta un atto privato fatto come si deve. Punto e basta» [Franco Zeffirelli intervistato da Paolo Conti]. (Corriere della sera, 7 giugno 2006, p. 11) • Lei, da cattolico, firmò l’appello per la legge cui lavoravano [Rosy] Bindi e [Barbara] Pollastrini. «Io voglio risolvere problemi. Dobbiamo garantire il diritto all’assistenza sanitaria, alla parte disponibile dell’eredità, al subentro nella casa. Diritti inalienabili della persona, risolvibili se privassimo il dibattito dalla sovrastruttura ideologica che vorrebbe infiocchettarli con il richiamo a pseudomatrimoni o pseudofamiglie: chi ha deciso di convivere vuole norme, non ideologia» [Giuseppe Fioroni intervistato da Teresa Bartoli]. (Mattino, 29 luglio 2007, p. 5, Primo piano).
Composto dal confisso pseudo- aggiunto al s. f. famiglia.
Già attestato nel Corriere della sera del 29 luglio 1996, p. 19 (Cesare Medail).