pulce
s. f. [lat. pūlex -lĭcis]. – 1. Nome delle varie specie di insetti dell’ordine afanitteri, e in partic. di quelle appartenenti al genere Pulex, tra cui la pulce dell’uomo (lat. scient. Pulex irritans), ectoparassita anche di varî animali domestici, dei quali succhia il sangue: è lunga circa 2 mm, cosmopolita, e può trasmettere la peste bubbonica e il tifo murino. Appartengono ad altri generi: la p. del topo (lat. scient. Xenopsylla cheopis), che infesta varî roditori, temibile vettore della peste bubbonica e del tifo murino; la p. penetrante (lat. scient. Tunga penetrans), originaria dell’America tropicale ma ormai diffusa in varie parti del mondo, le cui femmine fecondate penetrano nella cute umana o di varî animali domestici, incapsulandosi in una cavità dalla quale emerge solo l’addome carico di uova: se viene schiacciata si possono determinare gravi infezioni e alterazioni dell’epidermide. 2. Nome dato comunemente a molti piccoli insetti di altri ordini, e anche ad alcuni piccoli artropodi, spec. della classe dei crostacei. In partic.: a. P. d’acqua, altro nome delle dafnie, piccoli crostacei cladoceri d’acqua dolce, e degli insetti della famiglia poduridi. b. P. di mare, nome di alcuni crostacei anfipodi costieri della famiglia talitridi, e in partic. della specie Talitrus saltator. c. P. dei cavoli, insetto coleottero della famiglia crisomelidi (Haltica oleracea), che infesta le coltivazioni di cavoli. d. P. dei ghiacciai, insetto dell’ordine collemboli (Isotoma saltans), diffuso in Italia sui ghiacciai della regione alpina, sopra i 3000 m, dal corpo tozzo, peloso, di colore blu nerastro, con apparato per il salto bene sviluppato. e. P. di terra, nome di alcuni coleotteri crisomelidi, così detti per la spiccata attitudine al salto conferita loro dalle robuste zampe posteriori. 3. a. Nel linguaggio corrente, il termine è di solito riferito alla pulce dell’uomo (v. sopra, all’inizio del n. 1): letti, materassi pieni di pulci; schiacciare, ammazzare le p.; quel gatto ci ha riempito la casa di pulci; cane che ha le p.; Non altrimenti fan di state i cani Or col ceffo or col piè, quando son morsi O da pulci o da mosche o da tafani (Dante). Con riferimento a varie caratteristiche delle pulci sono usate alcune locuz. particolari: persona noiosa come le p., noiosissima; avere occhi di p., piccolissimi; color pulce, nella moda ottocentesca, tonalità di marrone tendente al rossiccio; mettere una p. in un orecchio a qualcuno, suggerire un’eventualità, o insinuare un sospetto, a cui non aveva prima pensato (analogam., da quando m’è entrata questa p. nell’orecchio, non ho avuto più pace, da quando m’è venuto questo dubbio, questo sospetto, ecc.); iperb., non com., farebbe, saprebbe fare gli occhi alle p., di persona ingegnosissima e industriosa. Modi prov.: il morso della p. non dà noia all’elefante, la critica degli uomini piccoli non tocca i grandi; anche le p. hanno la tosse, con riferimento a persone che accampano pretese superiori ai loro meriti e alle loro possibilità. b. Gioco della p. (o delle p.), gioco che si effettua tra due o più giocatori con piccoli gettoni (o monete o bottoni) che si fanno saltare premendoli con un gettone più grande: vince chi riesce a far entrare prima i suoi gettoni in un piattello o a farne giungere il maggior numero su una linea di arrivo precedentemente tracciata; i gettoni sui quali un gettone avversario riesca, al termine del salto, a ricadere, vengono catturati. c. Mercato delle p.: v. mercato, n. 1 a. 4. In chimica, ossido pulce, il biossido di piombo (v. piombo). ◆ Dim. pulcétta, pulcettina; spreg. pulciàccia.