puledro
pulédro (letter. polédro, pollédro) s. m. (f. -a) [der. (attrav. una forma pop. *pulletrus) del lat. pullus «animale giovane»]. – 1. Cavallo (o altro animale equino) giovane, fino al raggiungimento della maturità sessuale: p. asinino, mulino, dell’asino, del mulo; p. di bardotto, di zebra; una cavalla con il suo p.; di polledri una leggiadra schiera Annitrendo correa lieta al rumore (Carducci). Talora si trova riferito anche al giovane di animali d’altra specie: dietro ad un’opaca Rupe il cocchio lasciava e le sue quattro Leonine poledre (Foscolo). In paragoni e in espressioni fig., per indicare giovanile vivacità: quel ragazzo corre come un p., salta che pare un puledro. 2. Uno dei nomi dati nei secoli passati, spec. nel Napoletano, alla tortura (giudiziaria) dell’eculeo o cavalletto. ◆ Dim. puledrino, meno com. puledrétto; accr. puledròtto.