pullulare
v. intr. [dal lat. pullulare, der. di pullŭlus «animale giovane; pollone», dim. di pullus «pollo»] (io pùllulo, ecc.; aus. avere). – 1. ant. Di piante, germogliare, mettere i germogli. 2. a. Venir fuori, spuntare, apparire e diffondersi quasi brulicando in grande quantità: una capanna abbandonata in cui pullulavano insetti d’ogni specie; estens. e fig.: quartieri popolari, dove pullulano migliaia di bimbi scalzi (De Amicis); attorno al locale notturno pullulavano ragazzi (Claudio Piersanti); pullulavano iniziative culturali di grande interesse. b. Con altra costruzione, essere pieno, gremito: le nostre città pullulano di turisti; le strade pullulavano di gente festosa. 3. Di un corso d’acqua, o d’una sorgente, gorgogliare, ribollire alla superficie: sotto l’acqua è gente che sospira, E fanno pullular quest’acqua al summo (Dante), dello Stige che per il sospirare delle anime che vi sono sommerse si copre alla superficie di bolle d’aria; la fonte pullulava sotto un arco chiomato di caprifogli e di pruni (D’Annunzio). ◆ Part. pres. pullulante, frequente come agg., soprattutto con le accezioni del n. 2: La notte era una camera con strane Figure d’ombra pullulanti in giro (Valeri); ragazze e donne, un fiume pullulante di vita ... sbucano da tutte le parti (Alvaro).