pulviscolo
pulvìscolo (non com. polvìscolo) s. m. [dal lat. pulviscŭlus, dim. di pulvis -vĕris «polvere»]. – 1. L’insieme di sottilissime particelle che si trovano stabilmente in sospensione nell’atmosfera o che vengono a formarsi occasionalmente in determinati luoghi. In partic., p. atmosferico, l’insieme di particelle solide o liquide (di dimensioni comprese tra qualche nanometro e un millimetro) che si trovano in sospensione nell’atmosfera terrestre, spec. nei bassi strati: p. di origine eolica, quello sollevato dal vento; p. di origine umana, dovuto a prodotti di combustione; p. di origine marittima (ma anche di acque interne, di cascate, ecc.), formato dalla nebulizzazione di gocce dell’acqua sollevate dal vento; p. di origine cosmica, costituito dalle particelle solide che pervengono nell’atmosfera dagli spazî celesti. Per analogia, p. radioattivo, l’insieme delle particelle radioattive che ricadono sulla terra con la pioggia di radioattività determinata da un’esplosione atomica (v. pioggia, n. 2). 2. Il termine è in uso anche nel linguaggio comune e letter., con lo stesso sign. o con accezioni simili, per indicare, per es., il movimento di minutissime particelle di polvere illuminate dai raggi di luce che penetrano attraverso aperture o fessure in un ambiente, e i raggi stessi di luce, la luminosità dorata o argentata che riverbera nell’aria, o con altri sign. estens.: com’è nei raggi che discendono dai finestroni d’una cattedrale, nel sole danzava un p. d’argento (E. Cecchi); era un p. di neve e forse si scioglieva prima di toccare i tetti rossi degli alberghi (Ojetti); raro al plur. (indicando in tal caso una miriade di singole particelle): tutto il cielo, co ’l nuvolo di pulviscoli d’oro che lo splendor del tramonto raccoglie dalla terra (Carducci). Anche in senso fig., con riferimento a sensazioni acustiche analoghe, oppure a un insieme di entità piccolissime e prive di coesione: stava ad occhi chiusi ad ascoltare quanto di questo p. di esili suoni filtrava giù dal selciato del marciapiede per le basse finestrelle (I. Calvino); lo stato si è sciolto in un p. innumerevole di gruppi e di individui (Gramsci).