puntiglio
puntìglio s. m. [dallo spagn. puntillo, propr. dim. di punto (de honor)]. – Ostinazione caparbia nel sostenere un’idea o nel tenere un certo comportamento solo per partito preso o per falso orgoglio: un p. sciocco e meschino; il suo è un p. da bambino; in quella decisione c’è entrato il p.; l’ha fatto solo per uno stupido p., non perché ne sia convinto; mettersi in puntiglio (ant. stare sui p.), ostinarsi caparbiamente. Per estens., dimostrazione di grande volontà, di amor proprio, di impegno serio e tenace nel perseguire uno scopo o in genere nel fare qualcosa: studiare, lavorare con puntiglio. Ormai raro con il sign. di punto d’onore: se dicevamo loro che erano scansafatiche e che erano lazzaroni era per prenderli nel p. (Vittorini); o con quello di cavillo, sofisticheria, sottigliezza: queste son ben ragioni d’ebreo! – esclamò Scacerni, sovvenendogli un modo popolare per dire sofisticherie e puntigli (Bacchelli).