pupilla2
pupilla2 s. f. [dal lat. pupilla, propr. dim. di pupa «bambola, bambina» (per la piccola immagine che vi si vede riflessa)]. – 1. a. In anatomia, l’orifizio circolare situato al centro dell’iride, capace di regolare, attraverso modificazioni del suo diametro, il passaggio dei raggi luminosi che penetrano nell’occhio: al buio le p. si dilatano. b. Per estens., nell’uso com., l’intera iride: p. nere, azzurre, verdi, castane; p. grandi, torbide, smorte, vivaci. c. fig. Cosa preziosa, a cui si attribuisce grande valore o per cui si ha un grande affetto (come le pupille, come la vista): gli era caro come (o più che) la p. dei suoi occhi; le voleva bene come alla p. degli occhi suoi (Verga); come epiteto iperbolicamente laudativo, riferito a persona amata: sei la p. dei miei occhi, il mio bene più caro. d. Con ulteriore estens., nell’uso letter., occhio: avere, mantenere le p. asciutte; abbassare le p.; mi baciò Con le p. di tristezza piene (Gozzano). Per metonimia (raro), vista, capacità di vedere: Nessun, finch’io m’avrò spirto e pupilla ... Oserà vïolar la tua persona (V. Monti, in un’apostrofe di Achille a Calcante). 2. In ottica, p. di entrata, la porzione (in genere circolare) del fascio di luce (supposto proveniente da una sorgente posta a distanza infinita) che può attraversare un sistema ottico: negli obiettivi coincide di norma con la lente frontale o con il foro del diaframma; p. di uscita, l’immagine della pupilla di entrata, prodotta dal sistema ottico.