purgante
s. m. [part. pres. di purgare]. – Sostanza capace di provocare o di stimolare lo svuotamento dell’intestino, usata in terapia per combattere la stipsi o per esaltare il potere emuntorio dell’intestino stesso, allo scopo di provocare l’espulsione di parassiti o per ottenere una generica azione derivativa: prescrivere, prendere un purgante. Con riferimento all’intensità dell’azione: p. lassativi (più comunem. detti lassativi come s. m.), miranti a un’evacuazione regolare, p. drastici, che giungono a provocare scariche diarroiche; e nel linguaggio com.: un p. leggero, blando, energico, forte, potente. In rapporto al meccanismo di azione, si hanno purganti ad azione prevalentemente meccanica (agar-agar, mucillagini) che, imbibendosi di acqua, si rigonfiano e stimolano con la loro massa la peristalsi; purganti a base di sostanze oleose, che agiscono come lubrificanti; purganti ad azione osmotica, salini (solfato di sodio) o zuccherini (mannite), che aumentano la peristalsi richiamando nell’intestino una forte quantità di liquido; purganti ad azione prevalentemente irritante, che agiscono sia aumentando considerevolmente la secrezione intestinale sia stimolando direttamente i movimenti peristaltici.