purgare [lat. purgare, der. di purus "puro"] (io purgo, tu purghi, ecc.). - ■ v. tr. 1. [liberare da impurità, da scorie, da elementi che insudiciano, alterano, corrompono: p. le lumache; p. filati] ≈ depurare, mondare, (lett.) nettare, pulire, spurgare, [spec. riferito a liquidi] decantare. ↔ imbrattare, inquinare, insozzare, lordare, sporcare. 2. (med.) [somministrare sostanze purgative a qualcuno: p. gli infermi] ≈ Ⓖ (fam.) dare la purga (a). 3. (fig.) a. [eliminare parti ritenute oscene, sconvenienti, da un testo scritto: p. una raccolta di novelle erotiche] ≈ castigare, censurare, (lett.) emendare, espurgare, tagliare. b. [eliminare difetti, errori e sim., da un testo, dal linguaggio e sim.: p. il proprio stile] ≈ correggere, (lett.) emendare, (lett.) medicare. 4. (fig.) [rendere spiritualmente libero da colpa, vergogna e sim., con la prep. da del secondo arg.] ≈ e ↔ [→ PURIFICARE (2)]. 5. (polit.) [liberare l'apparato governativo dagli oppositori, con la prep. da del secondo arg.: p. il governo dagli avversari] ≈ epurare. ⇑ ripulire. ■ purgarsi v. rifl. 1. [assumere un purgante]. 2. (fig.) [rendersi puro] ≈ e ↔ [→ PURIFICARSI].