purita
purità s. f. [dal lat. tardo purĭtas -atis, der. di purus «puro»]. – Lo stesso che purezza, ma quasi esclusivam. in senso fig., come condizione spirituale di innocenza, di candore, di assenza di tendenze colpevoli e di desiderî non puri: p. di mente, di cuore, d’animo, di spirito; vivere in p. di cuore; agire con p. di sentimenti, d’intenzioni; in partic., castità, illibatezza di costumi: conservare, custodire, perdere la p., la virginale purità. Meno com., correttezza nell’uso della lingua (in aderenza ai principî enunciati dai puristi più equilibrati) e nitidezza espressiva: la più comune ed universale opinione è che il pregio maggiore del Decamerone sia la p. della lingua e l’eccellenza del suo stile (Bottari); letter., perfezione di linee nel disegno e nei tratti del volto: i sopraccigli sono disegnati con tanta p. che dànno qualche cosa d’indicibilmente virgineo alla malinconia dei grandi occhi (D’Annunzio).