pusillo
puṡillo agg. [dal lat. pusillus «piccino, meschino», dim. di pūsus «ragazzo» (affine a puer)], ant. e letter. – Piccolino; fig., umile: a colui ch’a tanto ben sortillo Piacque di trarlo suso a la mercede Ch’el meritò nel suo farsi p. (Dante, parlando di san Francesco). Spesso detto con tono di commiserazione o di spregio: chi difenderà noi p. screditati e contennendi? (Guerrazzi); autorità ... divisa e incerta tuttavia fra gli austriaci, soverchianti protettori armati, e gli inetti e p. papalini (Bacchelli); anche sostantivato: non abbiate l’infelice coraggio di raffrontare quei p. a questo grande (Carducci).