puzzare
v. intr. [der. di puzzo] (aus. avere). – 1. Emanare cattivo odore: la carne è andata a male e puzza; questo maglione comincia a p., bisogna lavarlo; la fogna puzza tremendamente (o maledettamente); specificando la natura e l’origine del cattivo odore: questo grasso puzza di rancido; la stanza puzzava di chiuso, di fumo; il tuo alito puzza di aglio. Prov.: l’ospite è come il pesce: dopo tre giorni puzza, consiglio di non profittare troppo a lungo dell’ospitalità, anche se concessa cordialmente; il pesce puzza dalla testa, il cattivo esempio viene dall’alto, la corruzione maggiore è in chi detiene il potere. Con il sign. neutro di avere odore, nella frase prov. la bocca gli puzza ancora di latte, riferita a chi assume atteggiamenti da adulto senza avere ancora l’età che li possa giustificare. 2. fig. a. Costituire motivo di preoccupazione, di disagio: la situazione, la faccenda comincia a puzzare. b. Dar fastidio, venire a noia, diventare insopportabile: a ognuno puzza questo barbaro dominio (Machiavelli). c. Dare l’impressione, il sentore, il sospetto di ciò che una cosa è o può essere (di solito seguito da sost. o agg. in funzione predicativa); questa storia puzza d’imbroglio; sono accordi che puzzano d’intrallazzo; Gervaso ..., a cui, per aver tenuto di mano a una cosa che puzzava di criminale, pareva d’esser diventato un uomo come gli altri ... (Manzoni); anche assol.: la sua improvvisa gentilezza mi puzza, mi insospettisce. E con riferimento a persona: sarà un bravo impiegato, ma puzza tanto d’essere una spia del direttore. d. Non tenere nella giusta considerazione, disprezzare; venire a noia: sembra quasi che i soldi gli puzzino; e a chi cerca guai: ti puzza il benestare (o il campare)?; mi pare che gli puzzi il quieto vivere; e come frase d’intimidazione e di minaccia: ti puzza la salute?