q, Q
(cu o qu) s. f. o m. – Sedicesima lettera dell’alfabeto latino. Nell’alfabeto fenicio e poi in quelli semitici indicava la consonante enfatica traslitterata nel presente Vocabolario come q (da altri come ḳ), e resa come Ḳ nelle trascrizioni fonetiche; accolta nell’alfabeto greco primitivo col nome di coppa, la lettera scomparve fin dal 6° sec. a. C., non avendo un suono suo proprio da esprimere (bastava il K); rimase però in uso nella forma Q come segno numerale col valore di 90. I Latini nell’adottare l’alfabeto greco accettarono anche la lettera q, adoperandola prima davanti alle vocali o, u, ma restringendone ben presto l’uso ai casi in cui questa lettera fosse seguita da u in funzione di semiconsonante, seguita necessariamente a sua volta da una vocale (che poteva anche essere un’altra u, come per es. in equus). Fedeli alla pronuncia latina sono rimasti l’italiano e l’inglese, il tedesco conserva il gruppo qu nei latinismi, ma lo pronuncia kv; il francese lo pronuncia k, in pochissime parole ku̯ o kü̯; lo spagnolo ha solo le scritture que, qui con la pronuncia ke, ki, e in tutti gli altri casi ha sostituito c a q (per es., cuadro, cuestión). In italiano la q s’incontra solo nel nesso qu seguito da vocale diversa da u, nesso in cui la q ha l’identico valore del c duro 〈k〉 e la u è semiconsonante 〈u̯〉; sola eccezione è qu, nome della lettera (accanto alla grafia più comune cu). La q rafforzata è scritta cq: si confronti aquila, aquario (grado tenue), alquanto, inquieto (grado medio), acqua, acquario (grado rafforzato). Eccezioni, biqquadro o beqquadro (accanto a bequadro) e soqquadro, che si scrivono normalmente con -qq-. Il nesso fonetico ku̯ non è, d’altra parte, espresso sempre graficamente con qu: si ha, per es., cuo in corrispondenza del lat. cŏ nelle parole cuocere, cuoco, cuoio, cuore, percuotere, scuola, scuotere, e loro derivati, a cui si può aggiungere cuora che ha anche una variante grafica quora. Non sono comprese nell’elenco le parole in cui la u del nesso cu, pur essendo seguita da vocale, è anch’essa vera vocale, sicché non potrebbe, neanche in teoria, esser preceduta da q. Tali sono, col nesso cuo, gli agg. cospicuo, perspicuo, proficuo, promiscuo, vacuo, coi derivati e composti, e tutte senza eccezione le parole con i nessi cua, cue, cui: si confronti Arquata (col dittongo: u̯à) e arcuata (con l’iato: u-à), equità (col dittongo ascendente) e acuità (col dittongo discendente). ◆ Usi più com. della lettera come abbreviazione o simbolo: nella forma minuscola puntata, è talora abbrev. di quota, e in passato fu usata come abbrev. di quondam, premesso (come oggi fu) al nome di persona defunta; non puntata, è simbolo, in metrologia, del quintale, unità del sistema metrico decimale, e nell’uso corrente (non però in quello scient. e tecn.) anche di quadro o quadrato nell’indicazione di misure di superficie: mq, metro quadrato, kmq, chilometro quadrato, ecc. (in luogo delle scritture più proprie m2, km2, ecc.). Nella forma maiuscola puntata, Q. è abbrev. dei pochissimi nomi proprî personali che cominciano con questa consonante (come Quinto, Quintilia, Quirino) e, nelle iscrizioni latine, di Quintus, di Quaestor «questore», e della congiunzione que «e» nella sigla S. P. Q. R. (= Senatus PopulusQue Romanus). Senza punto, Q indica, in astronomia, una classe spettrale di stelle, comprendente stelle di spettro variabile, caratteristico delle novae; in elettrotecnica, è simbolo del fattore di qualità (o di merito o di bontà: v. merito2, n. 1 d), in espressioni quali induttore o condensatore a basso, ad alto Q; nelle carte da gioco francesi, Q è abbrev. dell’ingl. Queen «regina», una delle tre carte figurate (detta in ital. anche donna), di valore intermedio tra J (il nostro fante) e K (il re). In biochimica, enzima Q, enzima, largamente diffuso in natura, capace di operare la trasposizione di parte dei legami fra le molecole di glicosio in un suo polimero (amido) dalla posizione 1-4 a quella 1-6, causando perciò una ramificazione delle molecole lineari, e pertanto una trasformazione dell’amilosio in amilopectina; per coenzima Q, v. ubichinone. In medicina, febbre Q, altro nome della febbre del Queensland, malattia infettiva acuta, simile a una comune influenza, caratterizzata da febbre, cefalea, polmonite interstiziale, provocata da una rickettsia (Coxiella burneti) e facente quindi parte del gruppo delle rickettsiosi; la penetrazione dell’agente patogeno avviene attraverso le vie respiratorie e digerenti, per contagio con animali (capre, pecore, bovini) che ne sono infetti, solo raram. per inoculazione da puntura di zecche; descritta la prima volta in Australia (nello stato del Queensland) nel 1937, è oggi largamente diffusa ovunque. ◆ Nel codice alfabetico internazionale, la lettera q viene convenzionalmente identificata dal nome Quebec (ingl. ku̯ibèk; fr. kebèk〉. ◆ Nella tecnica delle telecomunicazioni, viene detto codice Q un codice costituito da gruppi di tre lettere, compresi alfabeticamente fra QAA e QUZ, ognuno dei quali corrisponde a un certo messaggio convenzionale; per es.: QRA (qual è il vostro nominativo?, oppure: il mio nominativo è ...); QRK (mi ricevete bene?, oppure: vi ricevo bene); QSL (potete darmi ricevuta del messaggio?, oppure: vi do ricevuta del messaggio); QTH (qual è la vostra posizione?, oppure: la mia posizione è ...), ecc.; in partic., nella navigazione aerea e marittima: QDM (rotta magnetica di avvicinamento a una stazione ...), QNH (pressione barometrica al livello del mare ...), QFU (orientamento magnetico della pista di atterraggio ...). Alcune di queste sigle sono talora usate, dai radioamatori, con sign. più preciso, come equivalenti cioè di sostantivi o locuzioni determinate; per es., QSO significa «collegamento»: fare un QSO; QSL «ricevuta di un messaggio»: ricevere una QSL dalla Nuova Zelanda; ecc.