quadrare
v. tr. e intr. [lat. quadrare (che aveva anche gli usi estens. e fig.), der. di quadrus «quadrato1»]. – 1. tr. a. non com. Rendere quadrato, ridurre in forma quadrata: q. un foglio. In usi fig., q. la testa, il cervello a qualcuno, indurlo a ragionare, a comportarsi in modo ragionevole. b. In geometria elementare, q. una figura piana, costruire un quadrato di area uguale a quella della figura data; più in generale, q. una porzione di superficie, calcolare l’area della figura data (v. quadratura): lo cerchio per lo suo arco è impossibile a quadrare perfettamente, e però è impossibile a misurare a punto (Dante). c. In tipografia, q. un titolo, una didascalia, disporli in righe della stessa lunghezza. d. non com. In matematica, elevare al quadrato: q. i due membri di un’equazione. 2. intr. (aus. essere e più spesso avere, ma le forme composte sono rare) a. Corrispondere, tornare, oppure adattarsi, esattamente: le parti e membri di un uomo non possono q. e convenire ad un altr’uomo (G. Bruno); far q. il bilancio, fare in modo che le uscite non siano superiori alle entrate; i conti di quella azienda proprio non quadrano; è un titolo che quadra poco col soggetto; il nomignolo che gli hanno dato gli quadra perfettamente (più com. gli calza); mi pare che l’esempio non quadri troppo; è un ragionamento che non quadra, che non convince, che non sembra esatto. b. fam. Garbare, andare a genio: non mi quadra che il guadagno vada tutto a lui; ecco finalmente una proposta che mi quadra!; il giovinastro ... pigliò di questi consigli la parte che gli quadrava meglio (I. Nievo).