qualifica
qualìfica s. f. [der. di qualificare]. – 1. a. Termine che esprime una singola qualità o, in compendio, le varie qualità, reali o presunte, d’una persona, ovvero ne sintetizza le caratteristiche, le capacità, il modo di comportarsi: dare a qualcuno la q. di intelligente, di onesto, di coraggioso o di imbecille, di mascalzone, di vigliacco; «un po’ leggera», per quella donna, è una q. eufemistica e benevola; è un riformista, non merita proprio la q. di rivoluzionario! Con sign. più generico, ciò che serve a collocare in una determinata categoria, a precisare una funzione; in partic., q. grammaticale, l’attribuzione, a un elemento lessicale, del suo valore di sostantivo, aggettivo, verbo, ecc. (per es., in un vocabolario, o più semplicem. nell’analisi grammaticale di un testo). In usi elevati, qualità caratteristica, attributo specifico: l’immortalità è una q. della divinità. b. Nota di qualifica, e nell’uso com. anche assol. qualifica, denominazione ancora usuale, ma sostituita ufficialmente da rapporto informativo, del giudizio sintetico sulle capacità e sul rendimento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni (attualmente previsto soltanto per i funzionarî direttivi e i dirigenti) formulato annualmente dal diretto superiore e comunicato agli interessati solo nella valutazione conclusiva: redigere la nota di q. di un dipendente; dare, riportare la q. di ottimo, o di buono, di sufficiente, ecc. Per il personale docente della scuola le note di q. sono state abrogate dal 1974, dando tuttavia la facoltà agli interessati di chiedere a un comitato di valutazione un giudizio sul servizio prestato nell’ultimo triennio. 2. a. Titolo, appellativo che spetta o viene attribuito a una persona in rapporto agli studî effettuati, al grado e alle mansioni, alla condizione sociale: la q. di dottore, di avvocato, di geometra, di perito, di capoufficio; vantare una q. nobiliare, la q. di nobil uomo. Diploma di qualifica, titolo conseguito al compimento del primo ciclo di studî negli istituti professionali (suddiviso in diversi corsi chiamati sezioni di q.), cui è stato aggiunto, a partire dal 1970, un secondo ciclo, fino al raggiungimento di complessivi cinque anni, al termine del quale gli allievi conseguono il diploma di maturità professionale, valido per l’ammissione all’università. b. Nel diritto del lavoro, la posizione specifica (e il termine con cui è definita) che viene attribuita al prestatore di lavoro dipendente secondo le sue capacità e le mansioni che gli sono affidate, in base alle quali è stabilito il suo trattamento giuridico ed economico: assumere, essere assunto con la q. di funzionario, di impiegato d’ordine, di tecnico, di operaio, di manovale; diritto alla q., diritto del lavoratore a svolgere, all’interno dell’azienda, le mansioni corrispondenti alla sua precisa qualifica. In partic., q. funzionale, ognuna delle otto categorie di funzioni (per ciascuna delle quali è richiesto un determinato titolo di studio) in cui è inquadrato il personale civile e militare dello stato italiano, con un corrispondente livello retributivo di base. 3. Nella terminologia della pubblica amministrazione, q. di precedenza, indicazione che viene attribuita a un messaggio telegrafico affinché sia trasmesso e consegnato al destinatario in tempo più o meno celere, e comunque entro 24 ore; attualmente le qualifiche sono quattro (in ordine crescente): ordinario, priorità, immediato, lampo.