quantita
quantità s. f. [dal lat. quantĭtas -atis, der. di quantus «quanto, quanto grande»]. – 1. a. La proprietà e la condizione per cui un singolo ente o elemento, concreto o astratto, o una massa, possono essere misurati, e quindi la loro grandezza, eventualmente espressa in termini numerici: misure, valori, rapporti di q.; la q. di individui affetti da una malattia, di animali superstiti di una specie in via di estinzione, di libri di una biblioteca, di informazioni disponibili in una banca dati; la q. di energia consumata è in continuo aumento; la q. di spazî verdi è in costante diminuzione; le moderne tecnologie riducono la q. di lavoro umano nella produzione industriale. Con uso e valore più generico: una gran q. o una piccola q., una q. considerevole, enorme o esigua, minima, trascurabile, di persone o di gente, di animali, di oggetti e di libri, di denaro, di dati, di notizie, di problemi; ho avuto una gran q. di noie, con questa nuova auto, o disagi in gran q., in quel viaggio. Spesso in contrapp. a qualità, in modo esplicito o anche implicito: la q. non deve andare a scapito della qualità; una dieta equilibrata per q. e qualità; non è la q. che conta, nella produzione di un artista. b. Con uso assol., quantità, senza alcuna determinazione, esprime grande quantità o quantità comunque notevole: c’era una q. di gente al comizio; mi preoccupa la q. del lavoro che si è accumulata; ho una q. di cose da sbrigare; quel figlio gli ha dato una q. di preoccupazioni. Di uso comune la locuz. avv. e agg. in quantità, in grande quantità, molto: per realizzare una tale impresa, ci vorrebbero mezzi finanziarî in q.; ti auguro buona salute e denaro in q.!; di soddisfazioni, nella sua professione, ne ha avute in quantità. c. ant. Somma di denaro: il giudeo liberamente d’ogni q. che il Saladino il richiese il servì (Boccaccio). 2. Con usi tecn. e scient. particolari: a. In matematica, termine generico per indicare un numero o una espressione algebrica, o talora anche una funzione: q. positiva, negativa; q. variabile; q. finita, q. infinitesima (o tendente a zero). b. In economia, q. economica della moneta, dei beni di scambio, la quantità fisica dei mezzi di pagamento o dei beni esistenti. c. In grammatica, complemento di q., quello che ha la funzione di determinare persone o cose esprimendone il numero o la grandezza (per es., «intervenire in massa a un raduno», «somministrare un medicinale a piccole dosi»); aggettivi, avverbî di q. (come molto o poco, tanto e quanto, più o meno, troppo). d. In linguistica, q. vocalica, la durata maggiore o minore (q. lunga e breve), sempre relativa (in rapporto alla durata media o alla durata dei fonemi precedenti o seguenti), dell’articolazione e dell’emissione di un fonema, distintiva solo in alcune lingue (come, tra quelle indoeuropee, il sanscrito, il greco antico, il latino, e tra quelle moderne il baltico, il serbo e il croato), in altre condizionata e meccanica ma non distintiva: la q. lunga è normalmente indicata con il segno – sovrapposto, la q. breve con ⌣ (in latino, per es., è l’opposizione tra ō e ŏ che distingue sōlum «soltanto» da sŏlum «suolo»; in italiano la q. lunga di ā di fato e la q. breve di ă di fatto non costituiscono una distinzione fonologica, ma solo un fenomeno condizionato). Nelle trascrizioni fonetiche di questo Vocabolario la quantità lunga è indicata, solo se ha valore distintivo, con il raddoppiamento del segno vocalico (così, per l’ingl. cargo: 〈kàaġou〉). Q. sillabica, la durata dell’articolazione e dell’emissione di una sillaba, che è l’elemento su cui si fonda, con la sistematica successione di sillabe brevi e lunghe nel verso, la metrica classica, soprattutto greca e latina, e la musica stessa (per es., nel canto liturgico). V. anche lungo1, n. 2 e. e. In fisica, q. di calore, la totalità del calore ceduta o assorbita, scambiata, trasformata o sviluppata nel fenomeno, misurata in calorie o chilocalorie oppure in unità di lavoro (chilogrammetri, joule, ecc.); q. di energia, l’energia messa in gioco in un fenomeno: q. di energia raggiante o di radiazione, e q. di luce, di raggi X; q. di elettricità o carica elettrica (v. carica, nel sign. 4 a). In meccanica classica, q. di moto, per un punto materiale di massa m in moto, il prodotto di m per la velocità del punto; per un sistema materiale, il risultante delle quantità di moto dei singoli punti o elementi materiali; in meccanica relativistica la precedente formula deve essere corretta con un coefficiente che dipende dal rapporto tra la velocità dell’oggetto e la velocità della luce; in tale ambito, come pure in meccanica quantistica, il termine è spesso sostituito con quello di impulso. f. In filosofia, il concetto di quantità assume aspetti diversi: nel pensiero aristotelico la quantità, come proprietà di ciò che è divisibile in elementi e quindi misurabile, è la 3a categoria (dopo la sostanza e la qualità); nel sistema deduttivo kantiano delle categorie la quantità è una delle quattro categorie principali; nel pensiero contemporaneo la quantità passa da problema filosofico a scientifico, ossia alla problematica della misurazione.