quarantena
quarantèna s. f. [originariamente, forma veneta per quarantina]. – 1. ant. Periodo di quaranta giorni: indulgenza di sette anni e sette q.; anche, digiuno di quaranta giorni, fatto per penitenza. 2. Periodo di segregazione e di osservazione al quale vengono sottoposti persone, animali e cose ritenuti in grado di portare con sé o trattenere i germi di malattie infettive, spec. esotiche; così detto dalla durata originaria di quaranta giorni, che in passato si applicava rigorosamente soprattutto a chi (o a ciò che) proveniva per via di mare, in tempi moderni è stato ridotto a seconda delle varie malattie, in rapporto al relativo periodo d’incubazione e alle pratiche di disinfezione (ed è diventato quindi sinon. generico di contumacia, per cui si possono sentire espressioni quali: una q. di venti, di quindici, di otto giorni, ecc.); fare la q., osservare il prescritto periodo di contumacia; mettere, tenere in q., anche con il senso estens. di segregazione, isolamento. In usi fig., mettere, tenere in q. qualcuno o qualcosa, tenerlo lontano, in disparte, escluderlo per un dato periodo da una possibile attività o utilizzazione: tenere in q. un funzionario in attesa di promozione, un candidato alla presidenza, non dare per il momento corso alla sua promozione, alla sua nomina o elezione; mettere, tenere in q. una riforma, una pratica, una notizia, non darle immediata attuazione o pubblicità, in attesa di un momento più opportuno, di ulteriore esame e accertamento (si dice anche di merci o prodotti, per es. medicinali e materiale sanitario, che non hanno avuto ancora l’approvazione per essere messi in distribuzione o in vendita).