quasar
quàṡar s. m. o, raram., f. [dall’ingl. quasar 〈ku̯èisë〉, inizialmente acronimo di quas(i st)ar «quasi stella», poi reinterpretato come acronimo di quas(i) (stell)ar (radio source) «radiosorgente quasi stellare»]. – In astronomia, denominazione di una classe di oggetti (scoperti nei primi anni ’60 del Novecento) caratterizzati da un aspetto ottico stellare (accompagnato per lo più da radioemissione, simile a quella delle radiogalassie), con uno spettro caratterizzato da forte emissione nell’ultravioletto e nell’infrarosso; lo spostamento verso il rosso (ingl. redshift) molto pronunciato delle righe dello spettro fa ritenere (in base alla teoria dell’espansione dell’Universo) che i quasar si trovino a distanze molto grandi (anche oltre 10 miliardi di anni luce) e siano quindi da considerarsi gli oggetti più lontani tra quelli osservati nell’Universo; le forti variazioni del flusso (sia nella regione spettrale ottica sia in quella radio), presentate dalla maggior parte dei quasar in intervalli di tempo che vanno da qualche giorno a qualche anno, fanno ritenere che siano oggetti molto compatti, con dimensioni dell’ordine di qualche mese-luce o meno, e molto luminosi (la luce emessa può superare quella di 100 galassie). Queste particolarità, unite all’osservazione (in alcuni casi) di una debole luminosità diffusa, suggeriscono l’ipotesi che i quasar costituiscano il nucleo luminoso di una galassia circostante. TAV.