quasi-matrimonio
(quasi matrimonio), s.m. Convivenza tra due persone simile all’unione matrimoniale. ◆ La loro convivenza, un quasi matrimonio, è fatta d’affetti ma resta scontrosa perché Ines è una donna forte, più forte di Osto, e reagisce fino alla finale decisione che il lettore vedrà, con un marcato senso d’indipendenza. (Corrado Augias, Repubblica, 3 maggio 2005, p. 48, Cultura) • [Giulio] Tremonti riconosce che «esiste un problema, ma non si può creare un matrimonio parallelo. Noi non siamo d’accordo su creare un quasi matrimonio». Semmai, «siamo d’accordo per riconoscere una serie di diritti, ma questa non può essere un’operazione per poi costruire qualcos’altro». (Corriere della sera, 17 marzo 2006, p. 8) • «L’antico diritto romano, nella sua ferrea linearità, conosceva i contratti e i delitti. È a Bisanzio che la linearità viene sostituita dall’ambiguità. Sostituzione operata con il “quasi”: appaiono i quasi-contratti, i quasi-delitti. Ora il Dico è un quasi-matrimonio. Un mezzo e mezzo in cui non si capisce cosa è cosa» [Giulio Tremonti intervistato da Ugo Magri]. (Stampa, 12 febbraio 2007, p. 3).
Composto dall’avv. quasi e dal s. m. matrimonio.
Già attestato nella Repubblica del 20 dicembre 1984, p. 23, Spettacoli (Tullio Kezich).