quercista
s. m. e f. (iron.) Iscritto o simpatizzante del partito politico dei Democratici di sinistra, che aveva per simbolo una quercia. ◆ un rilancio del centrosinistra è obiettivamente frenato dal ricatto strutturale cui è sottoposto da parte di Rifondazione. E questa non è colpa sua. Sarebbe invece colpa sua, e gravissima, se si infilasse, per vecchi rancori, per miopia meschina o per presbiopia funesta, in una frivola e catastrofica «guerra delle due rose», tra quercisti e ulivisti. (Giorgio Ruffolo, Repubblica, 4 agosto 1998, p. 1, Prima pagina) • Poi, certo, si può ritenere che la polemica dell’Unità contro il sindaco di Roma faccia parte del conflitto tra gli asinisti di [Francesco] Rutelli ([Romano] Prodi) e i quercisti dalemiani. (Corriere della sera, 21 marzo 1999, p. 14, Cronache) • Già, i Ds. [Arturo] Parisi ha parole di elogio. Guai a toccargli i cugini quercisti. Scandisce: «[Piero] Fassino e [Massimo] D’Alema hanno fatto un grande sforzo e stanno affrontando grandi difficoltà per un grande disegno comune, bisogna dargliene atto e non creargli problemi. (Nino Bertoloni Meli, Messaggero, 16 marzo 2004, p. 11, Politica).
Derivato dal s. f. quercia con l’aggiunta del suffisso -ista.
Già attestato nel Corriere della sera del 28 aprile 1992, p. 4, In primo piano.