questione
questióne (letter. o pop. quistióne) s. f. [dal lat. quaestio -onis, der. di quaerĕre «chiedere, interrogare», part. pass. quaestus]. – 1. a. letter. Domanda, interrogazione: formulare una q.; più caute diverrete nelle risposte alle quistioni che fatte vi fossero (Boccaccio). b. ant. Interrogatorio giudiziario, inquisizione, attuati anche con il ricorso alla tortura; applicazione della tortura. 2. a. Situazione, caso che costituisce un problema, e che viene perciò proposto a sé stessi o ad altri per una valutazione ed eventuale soluzione; il modo stesso, e i termini, in cui viene proposto e formulato: poiché siamo in sulle favole, eccotene un’altra, intorno alla quale ti vo’ proporre una q. (Leopardi); formulare, discutere una q.; esaminare una q. da tutti i lati, sotto tutti gli aspetti; una q. facile, semplice o difficile, complicata, complessa; una q. da poco o una grossa q.; una q. di lana caprina, futile e oziosa (v. caprino); una q. bizantina, troppo sottile, artificiosa e pedantesca; c’è una q. da risolvere; la q. è mal posta; cambiare, spostare i termini della q., riproporla in altri termini o uscire dai limiti della formulazione originaria; si presenta qui la q. se ...; è l’eterna q. dei limiti tra giusto e ingiusto; lo stato, il punto della q., i risultati, ancora non definitivi, cui si è giunti nella discussione; lasciare impregiudicata una q.; il nòcciolo della q., il suo punto fondamentale; il nodo della q., gli aspetti essenziali e più complessi; l’argomento, il caso, la persona in questione, di cui si sta discutendo o, più semplicem., di cui si parla. Determinando l’àmbito e il tipo specifico del problema: una q. storica, filosofica, teologica, morale, tecnica, pratica; q. pregiudiziale, di principio; q. formale o sostanziale, e, nel linguaggio giur., q. di diritto, q. di procedura, in contrapp. a q. di fatto, di merito (inerenti, queste, all’accertamento e alla valutazione dei fatti che non costituiscono una norma giuridica). Per q. di fiducia nel diritto costituzionale italiano, v. fiducia, n. 2. In alcune delle prec. accezioni, è dell’uso dotto anche la forma lat. quaestio. b. Situazione che per la sua rilevanza e complessità è stata a lungo dibattuta con varie proposte di soluzione, assumendo una denominazione specifica: una lunga, annosa, eterna, controversa q. politica, sociale, letteraria, linguistica. In partic.: dibattere, risolvere la q. sociale, economica, come problematica di varî paesi o gruppi di paesi, o di regioni e zone; la q. operaia, i problemi legati al trattamento economico e alle condizioni di vita della classe operaia quali si sono venuti delineando ed evolvendo dall’epoca della rivoluzione industriale fino ai nostri giorni; q. morale, formula con cui, nella pubblicistica italiana dalla seconda metà degli anni Settanta è stata espressa l’esigenza che i partiti politici si impegnassero a rispettare e far rispettare i principî di onestà e correttezza nella gestione della pubblica amministrazione (in relazione ai frequenti episodî di corruzione verificatisi in quegli anni e nei successivi); la q. femminile, o la q. della donna, il problema della parità di diritti dei cittadini dei due sessi, sorto in varî paesi già dall’ultimo Settecento e ora riproposto come liberazione sessuale della donna e superamento del ruolo tradizionalmente attribuitole nella società. Con più precisi riferimenti storici: la q. d’ Oriente, insorta alla fine del sec. 18°, e protrattasi per tutto il sec. 19°, a seguito del progressivo indebolimento dell’Impero turco che imponeva ai grandi stati europei il problema dell’assetto territoriale e politico dei paesi già soggetti al dominio turco; la q. balcanica, propostasi nel quadro politico europeo, soprattutto centro-occidentale, nei secoli 19° e 20°, per i problemi nazionali e territoriali dei paesi dei Balcani; la q. romana, insorta dopo l’annessione al Regno d’Italia nel 1860 dei territorî dello Stato Pontificio e quindi con la presa e la proclamazione di Roma capitale d’Italia nel 1870, per la complessa definizione dei rapporti tra i due stati, e risolta con i «Patti Lateranensi» del 1929; la q. meridionale o del Mezzogiorno, il problema, posto già dal deputato lucano Giustino Fortunato subito dopo l’unità d’Italia, di affrontare la drammatica situazione di arretratezza storica del Mezzogiorno e di promuoverne un democratico sviluppo economico e sociale, problema ancora attuale in quanto solo in parte risolto; in filologia, la q. omerica, il complesso dei problemi (e le ipotesi formulate) che concernono l’esistenza di un poeta Omero, la parte da lui avuta nella redazione dell’«Iliade» e dell’«Odissea», e la reale genesi e formazione dei due poemi; in linguistica, la q. della lingua (italiana), la problematica di quale debba e possa essere la lingua italiana, sia letteraria sia nazionale, affrontata a partire da Dante, poi soprattutto nel Cinquecento e nell’Ottocento con proposte diventate in parte operanti (P. Bembo e A. Manzoni), e ancor oggi dibattuta, sia pure con criterî diversi e senza alcun intento precettistico o normativo. 3. In particolari locuz. ed espressioni dell’uso corrente mettere, porre in questione e fare, esserci questione o essere fuori questione (spec. in frasi di senso negativo), farne un problema, porre o venire posto in dubbio e in discussione (e chi mette in q. la sua onestà?; la tua buonafede è fuori q.; della vostra correttezza non si fa q.; è cosa già risolta e non è il caso di rimetterla in q.); fare o non fare questioni, e senza tante q., nel senso di obiezioni, difficoltà, discussioni inopportune (smettila di fare questioni e vieni anche tu; su, accetta, senza tante q.); è q. di ..., è in gioco, ne va di mezzo (è q. di pane, per me, quel lavoro; non c’è da perdere tempo: è q. di vita o di morte), o, più semplicem., si tratta di questo, consiste proprio in questo (riferito a quanto è espresso nel compl. indiretto: è solo q. di tempo; abbi pazienza, è q. di dieci minuti; non è q. di denaro; è q. di decoro, di onestà, di correttezza; è pura q. di forma; rispondere a chi ti fa una domanda è solo q. di educazione). 4. a. Contrasto, alterco, contesa vivace, lite: non è il caso di venire a questione per cose di così poco conto; queste continue q. tra parenti sono spiacevoli; sono o stanno sempre a far questione. Q. d’onore, contesa su motivi d’onore che si risolve in una vendetta o in un duello. b. Sinon. letter. e raro di contrasto (nel sign. 2). c. ant. Lite giudiziaria, processo penale: fu posto costui tra gli altri giudici a udire le quistion criminali (Boccaccio). ◆ Dim. questioncina e più frequente questioncèlla, questione non difficile, di scarsa importanza: è una questioncella che si risolve facilmente; con valore attenuato, spesso per modestia: ho scritto un saggio su alcune questioncelle di letteratura medievale; spreg., poco com., questionùccia, questione futile, di scarsissima importanza; pegg. questionàccia, questione noiosa, preoccupante e sim.