questurese
s. m. (iron.) Linguaggio tipico delle questure, modo di esprimersi proprio dei poliziotti. ◆ Antonio Pennacchi […] Ha preso un gialluccio – il delitto di Cori, due fidanzatini massacrati con il record mondiale di coltellate, 124 lei e 60 lui – e lo ha rivoltato in anti-giallo: «Una nuvola rossa». C’è il delitto, non il colpevole. C’è soprattutto la commistione di lingue e di registri, dall’italo-dialettale del narrante al formidabile questurese dei mattinali di polizia al carabinierese. (Lucio Caracciolo, Repubblica, 23 marzo 1998, p. 26, Cultura) • La «nuova filosofia di intervento mirato», come la chiamano in questurese, può apparire, per il momento, una presenza sì fissa ma al tempo stesso troppo poco percepibile. «Diciamocelo: il poliziotto di quartiere in sé è una bella idea, ma non funziona – taglia corto il presidente dell’associazione commercianti di San Siro Dario Martinalli, uno che con gli “sceriffi di zona” dice di averci un ottimo rapporto –. Sono bravi ragazzi, ma per come li hanno organizzati finora non servono a niente». (Paolo Berizzi, Repubblica, 28 gennaio 2004, Milano, p. I).
Derivato dal s. f. questura con l’aggiunta del suffisso -ese.