quietare (lett. quetare) [dal lat. tardo quietare o quietari, der. di quietus "quieto"] (io quièto, o quèto, ecc.). - ■ v. tr. 1. [porre in quiete: q. un tumulto, una sommossa] ≈ calmare, (tosc.) chetare, (lett.) pacare, placare, sedare. ↑ reprimere, soffocare. ↔ alimentare, fomentare, provocare, sollevare, suscitare. 2. (estens.) [riferito a persona, far tornare alla tranquillità: q. un bambino che piange] ≈ acquietare, calmare, (lett., tosc.) chetare, placare, (non com.) rabbonacciare, rasserenare, tranquillizzare. ↔ agitare, innervosire, inquietare, turbare. 3. (fig., non com.) [dare appagamento a qualcosa: q. un desiderio] ≈ acquietare, appagare, esaudire, soddisfare. ‖ (fam.) togliersi (t. uno sfizio). ↔ deludere, disilludere. ■ quietarsi v. intr. pron. 1. [porsi in quiete: la furia del popolo si è quietata] ≈ calmarsi, (lett.) pacarsi, placarsi, sedarsi. ↔ accendersi, eccitarsi. 2. (estens.) [di persona, ritrovare la tranquillità] ≈ acquietarsi, calmarsi, (lett., tosc.) chetarsi, (non com.) rabbonacciarsi, rasserenarsi, tranquillizzarsi. ↔ agitarsi, eccitarsi, innervosirsi, inquietarsi, turbarsi. 3. (fig., lett.) [di bisogno, desiderio e sim., trovare sfogo, soddisfazione e sim.: Nel vero in che si queta ogne intelletto (Dante)] ≈ acquietarsi, appagarsi, placarsi.