quota-giovani
(quota giovani), loc. s.le f. Proposta di istituire una percentuale di posti di lavoro da riservare ai giovani. ◆ Che cosa possono fare i giovani? «Stanno già facendo molto. Questa gran voglia di fare, di creare che ha contagiato sempre di più Torino, è merito anche loro. Ma dovrebbero avere più spazio. Mi viene da proporre le quote giovani, un qualcosa di simile alle quota rosa. Non per garantire una presenza comunque dei giovani nell’imprenditoria, ma perché chi ha idee e qualità sia sostenuto nel suo progetto di innovazione» [Alberto Dal Poz intervistato da Pier Paolo Luciano]. (Repubblica, 23 febbraio 2006, Torino, p. XVI) • «In una società che funziona, gli spazi i giovani se li prendono, non aspettano che vengano loro concessi, e si svincolano da logiche di cooptazione che possono riguardare sia gli outsider che i militanti». Quanto all’ipotesi di quote-giovani, «oggi può forse avere un senso: a patto che sia unitaria e sia un obiettivo transitorio per uscire da un sistema bloccato. Nelle prossime settimane mi piacerebbe che formulassimo un progetto condiviso e trasversale», dice [Tobia Zevi] rivolto ai giovani ribelli margheritini. (Jacopo Tondelli, Riformista, 29 settembre 2007, p. 3) • Gli esponenti di area Margherita collocati nel centrosinistra escono malconci dal voto dello scorso 13 e 14 aprile: qui a Milano, ad esempio, sono stati eletti soltanto la vimercatese Emanuela Baio Dossi al Senato e i milanesi Enrico Farinone e Lino Duilio per la Camera (oltre alla lettiana di ferro Alessia Mosca, che si era guadagnata un posto sicuro in lista non tanto come cattolica ma all’interno della cosiddetta «quota giovani»). (Elisabetta Soglio, Corriere della sera, 28 aprile 2008, p. 5, Primo piano).
Composto dal s. f. quota e dal s. m. giovane.