r, R
(èrre) s. f. o, raro, m. – Diciassettesima lettera dell’alfabeto latino; la forma originale, nell’alfabeto fenicio, era quella di un triangolo con un vertice in alto e col lato destro prolungato verso il basso, triangolo che poi, col mutare della materia su cui si scriveva, diventò un semicerchio. Nell’alfabeto greco, mutata la direzione della scrittura, l’asta venne a sinistra e il semicerchio a destra: P, modificato qualche volta con l’aggiunta, a destra, di una zampina obliqua appena accennata; l’alfabeto latino l’allungò, e si ebbe la forma ancora oggi in uso: R. La forma della minuscola dell’alfabeto stampato è quella della r corsiva e semionciale; da essa è poi derivata la variante, di più rapida esecuzione, comunemente usata nella scrittura a mano. In italiano, il suono rappresentato dalla lettera r è quello della consonante vibrante 〈r〉, così chiamata per avere come elemento essenziale le vibrazioni della lingua al passaggio della corrente d’aria, e compresa insieme con le laterali 〈l, l’〉 nella classe delle consonanti liquide. Nella pronuncia italiana normale la consonante r, in qualsiasi posizione, è apicale e alveolare quanto al luogo d’articolazione, perché quella che vibra è la punta (apice) della lingua, che è appoggiata agli alveoli degli incisivi superiori (a differenza della r uvulare, come quella parigina, correntemente usata dalla maggior parte dei Francesi e dei Tedeschi); è vibrante multipla quanto al modo d’articolazione, perché è prodotta da più vibrazioni a brevissimi intervalli (a differenza della r scempia spagnola e portoghese, che è una vibrante semplice, prodotta cioè da una vibrazione sola); è, infine, vibrante pura, a differenza di altri tipi di r pronunciati senza vibrazioni (come la r inglese, che è propriamente una semplice fricativa), o con vibrazioni miste a una articolazione fricativa (come la consonante ř del cèco, che somiglia a rˇ∫ ma è un suono unico). Pronunce della r diverse da quella italiana normale, soprattutto la r uvulare e alcune sue varianti, sono diffuse anche in Italia, in genere come fenomeni individuali dovuti a difetti organici, ma qualche volta vi ha la sua parte l’affettazione: queste varietà sono conosciute sotto il nome generico, e spregiativo o scherzoso, di erre moscia o moscio (v. erre). La r italiana tra vocali può essere di grado tenue (es., caro) o di grado rafforzato (es., carro); in ogni altra posizione è di grado medio (es., capra, carpa). La mancanza del grado rafforzato, e quindi la pronuncia in tutti i casi come consonante scempia, è un fenomeno dialettale e regionale diffuso, oltre che in Alta Italia, anche in alcuni luoghi della Toscana e a Roma (es., carro 〈kàro〉, l’arrivista 〈l’arivìsta〉); in Sicilia, all’opposto, si pronuncia doppia la r iniziale di parola (es., la rivista 〈la rrivìsta〉, robba 〈rròbba〉), come nelle lingue iberiche. Usi più comuni come abbreviazione o simbolo: nella forma minuscola puntata e più spesso non puntata e accostata all’ultima cifra del numero, raram. maiuscola, è abbrev. di recto, in riferimento a fogli di libri, codici, manoscritti oppure a medaglie e monete (es., carta 46r, o r.); in matematica, r, non puntata, indica il raggio o anche una retta. Nella forma maiuscola puntata, è abbrev. di nomi proprî personali che cominciano con questa consonante (Roberta, Renato), e, soprattutto in riferimento al passato o a stati monarchici, di regio e reale (es., R. E., Regio Esercito); nelle ricette mediche, è abbrev. del lat. recipe «prendi», come sigla che precede l’indicazione di ciascun medicinale; è inoltre abbrev. di raccomandata in stampigliature su lettere e plichi postali (su cui indica anche ricevimento nel caso di raccomandate con avviso di ricevimento, sigla A. R.). Maiuscola senza punto, è sigla automobilistica internazionale della Romania (romeno România), è simbolo del Re nel gioco degli scacchi, era abbrev. di (treno) rapido nelle ferrovie; in fisica, R indica, tra l’altro, il grado Réaumur di temperatura (°R), il rayleigh (unità di intensità luminosa), il röntgen (unità dosimetrica delle radiazioni), e la costante dei gas perfetti (quale compare nella equazione di stato PV = nRT, che lega tra loro la pressione P, il volume V e la temperatura T di n moli di un gas perfetto); in chimica R indica, in una formula, un gruppo o un radicale organico generico o, in partic., alchilico (inoltre, acido R, l’acido 2-naftol-3,6-disolfonico, impiegato nella preparazione di coloranti artificiali; grigio R, colorante, detto anche grigio di anilina, derivato dalla nigrosina); in biochimica, coenzima R è altro nome della biotina, vitamina del gruppo B. Nel codice alfabetico internazionale, la lettera r viene convenzionalmente identificata dal nome Romeo.