raba
(o rabba) s. f. [dall’arabo raḥba «piazza, mercato di grano»]. – In età medievale e rinascimentale, termine che indicava (anche nelle varianti raiba, reba, e inoltre reva e rieva, che provengono da tramite francese) in Sicilia il magazzino dell’annona (e l’annona stessa) o monte frumentario, a Genova i magazzini con piazza antistante dove soltanto era permesso vendere cereali, a Pisa il compenso dovuto dai mercanti che depositavano merci nei fondachi pubblici. Raba o gabella della r. era detta a Genova la tassa pagata da chi vendeva cereali sul mercato, e, in altre città, ora il dazio sulle merci provenienti dall’estero, ora varie imposte sulle vendite.