rabbioso
rabbióso agg. [dal lat. rabiosus, der. di rabies «rabbia»]. – 1. Di animale, o dell’uomo, malato di rabbia: cane, gatto r.; in similitudini: era fuori di sé (oppure gridava, smaniava, ecc.) come un cane rabbioso. Con questo sign. anche arrabbiato. 2. a. Per estens., di persona o di animale che nei suoi atti si comporta furiosamente come bestia affetta da rabbia: quel folletto è Gianni Schicchi, E va r. altrui così conciando (Dante); Come r. ed affamato lupo Al pieno ovile insidiando ... (Caro). Anche, pieno di rabbia, preso dalla rabbia (nel senso fig. del sost.): era tutto r.; o facile a lasciarsi prendere dalla rabbia: un uomo rabbioso. b. Degli atti stessi, in quanto sono improntati a rabbia: gli gettava sguardi r.; con urla r.; E ’l rabbioso fischiar delle ceraste (Poliziano); dispetto r. che sentivo in quel momento per la sventatezza mia di tanti anni (Pirandello). Quindi, in genere, furioso, smodato, eccessivo, e anche accanito: Questi [il leone] parea che contra me venisse Con la test’alta e con r. fame (Dante); odio r., sforzi r.; la fuga dei due corridori ha provocato la r. reazione del gruppo. c. Riferito a cose, spec. a elementi naturali, impetuoso, violento: r. venti (Petrarca); pioggia, grandine rabbiosa. ◆ Dim. rabbiosèllo, rabbiosétto, rabbiosino, rabbiosùccio; pegg. rabbiosàccio (tutti in senso fig.). ◆ Avv. rabbiosaménte, con rabbia, con furia rabbiosa: gli rispose, o gli si gettò addosso, rabbiosamente; la squadra avversaria continuava ad attaccare rabbiosamente.