raccapricciare
(tosc. raccapriccire) v. intr. [der. di capriccio nel sign. ant. di «raccapriccio, brivido, ribrezzo», prob. connesso con l’antico caporiccio, cioè «capo con i capelli ritti per lo spavento»] (io raccaprìccio, ecc.; tosc. raccapriccisco, raccapriccisci, ecc.; aus. essere, ma i tempi comp. sono rari senza la particella pron.). – Provare un forte senso di raccapriccio: r. di paura, di ribrezzo; raccapriccio al solo pensiero; al vedere tutto quel sangue raccapricciò. Con la particella pron.: l’animo ancora mi si raccapriccia; chi nel leggere le storie non si raccapriccia d’orrore pe’ barbari ed inutili tormenti? (Beccaria). Anticam. anche trans., con valore causativo, provocare raccapriccio: un picciol fiumicello, Lo cui rossore ancor mi raccapriccia (Dante). ◆ Part. pres. raccapricciante, anche come agg. (v. la voce).