raccomandare
v. tr. [comp. di r- e accomandare]. – 1. a. Affidare ad altri persona o cosa che sta molto a cuore, pregando o esortando caldamente di soccorrerla o proteggerla o custodirla, o di averne comunque la massima cura: Sieti raccomandato il mio Tesoro (Dante); Raccomandami al tuo figliuol, verace Omo e verace Dio (Petrarca); ti priego che, s’egli avviene che io muoia, che le mie cose ed ella ti sieno raccomandate (Boccaccio); prima di partire raccomandò agli amici la sua famiglia; raccomando questo ragazzo alle tue cure; ti raccomando questo poveretto; r. l’anima a Dio (fig.: ormai può r. l’anima a Dio, di chi è in gravissimo pericolo di vita); r. fervidamente, vivamente, caldamente, efficacemente, senza successo. Di cose: ti raccomando questa cartella: bada che non vada persa; le raccomando la mia pratica. b. Frequente l’uso del rifl.: mi raccomando a te; raccomandarsi a Dio, alla Madonna, a tutti i santi del Cielo (anche fig., pregare caldamente tutte le persone che potrebbero dare soccorso); raccomàndati a Dio, a chi non ha più nulla da sperare; scherz., raccomandarsi alle gambe, cercare scampo nella fuga, fuggire. Talora, implorare, per lo più senza compl. di termine: il ferito si raccomandava che lo soccorressero; assol.: Dalle trombe di guerra uscìan le note Come di voce che si raccomanda (Giusti). E con senso più vicino ad «affidarsi»: raccomandarsi alla clemenza dei giudici; mi raccomando alla vostra generosità. 2. non com. Nel linguaggio postale, spedire una lettera, un plico o un pacco, consegnandoli direttamente all’impiegato postale e pagando determinate soprattasse che danno diritto a particolari garanzie da parte dell’amministrazione postale (rilascio di una ricevuta all’atto della consegna, tracciabilità dell’invio, firma di ricevimento del destinatario, pagamento di una indennità fissa in caso di smarrimento, consegna in contrassegno). 3. non com. Affidare legando o fissando o attaccando; in senso materiale è limitato al linguaggio letter.: r. l’ancora a una fune, a una catena; r. la corda a un gancio; Aveva ei seco ... Il suo coltello di marinaio, ancóra Raccomandato alla sua vecchia corda (D’Annunzio); in senso astratto o fig.: la sua vita è raccomandata a un filo; la fama del Verrocchio è raccomandata soprattutto alle sue sculture. 4. Segnalare una persona, intercedere a suo favore, affinché sia favorita in un esame, in un concorso, nell’assegnazione di un posto, ecc.: questo giovane mi è stato raccomandato da un amico d’infanzia; molti pensano che sia difficile farsi strada senza farsi raccomandare. Con senso più generico, consigliare ad altri una persona, un locale, un negozio, un prodotto, garantendone, per propria esperienza, le buone qualità: è un ottimo meccanico, e te lo raccomando; ti raccomando questa trattoria: vi si mangia benissimo; nel rifl.: un giovane, un libro, un prodotto che si raccomanda da sé, che ha meriti reali e manifesti, per cui non ha bisogno di raccomandazioni. Talora iron.: te lo raccomando, quel tipo! 5. Pregare (o, con compl. oggetto, richiedere, consigliare) caldamente e vivamente, talvolta con tono di esortazione autorevole o di comando più o meno cortese, e anche velatamente minaccioso: vi raccomando la prudenza, l’obbedienza, la massima segretezza; ti raccomando di tornare presto; ti raccomando di fare come ti ho detto; ti raccomando di non scordartene; raccomandò che nessuno uscisse; vi raccomando che sia l’ultima volta. Anche rafforzato, per più efficacia, dalla particella mi (che è, in origine, il pronome rifl.): mi raccomando di non dirlo a nessuno; assol.: non perderlo, mi raccomando! ◆ Part. pres. raccomandante, anche come s. m. e f., chi raccomanda: il raccomandante offre ogni garanzia. ◆ Part. pass. raccomandato, anche come agg. e sost. (v. la voce).