racconto
raccónto s. m. [der. di raccontare]. – 1. Relazione, esposizione di fatti o discorsi, spec. se fatta a voce o senza particolare cura, oppure se relativa ad avvenimenti privati (si distingue perciò da narrazione come raccontare da narrare, ed è diverso anche da resoconto, che è più ufficiale e tecnico): il r. delle tue vicende familiari mi ha colpito; mi fece il r. particolareggiato del suo viaggio; l’attività stessa del raccontare: cominciare, terminare un r.; commuoversi nel r. delle proprie disgrazie; nel calore del r.; a un certo punto del racconto. Con riferimento al contenuto: r. storico, leggendario, favoloso, verosimile, inverosimile; al modo: r. prolisso, stringato, brillante, freddo, monotono. 2. Componimento letterario di carattere narrativo, quasi sempre d’invenzione, più breve e meno complesso del romanzo (in quanto dedicato in genere a una sola vicenda e destinato a una lettura ininterrotta) e distinto dalla fiaba perché tende a presentare i fatti come realmente avvenuti (per questi suoi caratteri si identifica sostanzialmente con la novella): un volume di racconti; r. popolari, per l’infanzia; r. lungo, breve, ben costruito, slegato. 3. Nel linguaggio della critica letter. (spec. nella critica formalistica), è sinon. di intreccio, contrapposto alla fabula, ed è pertanto usato per ogni opera narrativa in versi o in prosa. ◆ Dim. raccontino; spreg. raccontùccio; pegg. raccontàccio (tutti con riferimento per lo più a racconti scritti).