raddoppio
raddóppio s. m. [der. di raddoppiare]. – 1. In genere, raddoppiamento: il r. della posta, nel gioco; r. di una linea ferroviaria, trasformazione di una linea a un solo binario in linea a doppio binario; analogam. riferito a strade: r. della carreggiata, di corsia. 2. Con sign. particolari: a. Nella scherma, secondo attacco che si esegue dall’affondo (o, nel caso della sciabola e del fioretto, anche ritornando in guardia col piede sinistro e andando poi subito in affondo) contro l’avversario che ha eluso il primo attacco portandosi fuori di misura. b. Nel calcio e in altri sport della palla, il segnare un secondo goal: al quarantesimo minuto è arrivato il raddoppio; con altro sign., nel calcio, si parla di r. della marcatura quando la marcatura di un attaccante avversario è eseguita contemporaneamente da due difensori (v. raddoppiare, n. 1 a). c. Nell’ippica, aria dell’equitazione d’alta scuola, consistente in una galoppata a doppia pesta. d. In musica, ripetizione, con altre voci o strumenti, di uno o più suoni, talvolta anche di un’intera linea melodica, detta pertanto parte di raddoppio o più semplicemente raddoppio. e. In medicina, r. speculare congenito del radio e dell’ulna, anomalia ereditaria dell’avambraccio caratterizzata dalla presenza, anziché di un radio e un’ulna, di due ulne simmetriche e speculari, più raramente di due radi; l’anomalia si associa a dita soprannumerarie.