radiodisturbo
s. m. [comp. di radio- (nel sign. c) e disturbo]. – Nella tecnica delle telecomunicazioni, radiosegnali spurî, di qualsiasi natura e origine, che perturbino la ricezione dei segnali di un sistema di radiocomunicazioni: r. di origine atmosferica e extra-atmosferica, r. solari, r. cosmici; r. industriali, artificiali; r. provocati deliberatamente per turbare una trasmissione. Si hanno radiodisturbi tutte le volte che una sorgente genera onde elettromagnetiche nella stessa gamma di frequenza dei radiosegnali che si vogliono ricevere; l’effetto di disturbo, che può giungere sino ad annullare l’intelligibilità del segnale utile, dipende dall’intensità dei segnali parassiti in rapporto a quella del segnale utile, cioè dal cosiddetto rapporto segnale-rumore (v. anche rumore); a parità di questo fattore, esso dipende poi dalla forma d’onda dei segnali disturbanti: in generale, l’effetto di disturbo più rilevante è dovuto a segnali aventi carattere impulsivo.