rado1
rado1 agg. [lat. rarus (cfr. raro), con dissimilazione]. – 1. a. Di oggetto o di insieme le cui parti componenti non sono fra loro strettamente congiunte, sicché ne deriva mancanza di compattezza, di densità: tessuto, panno, velo r.; maglia r.; barba r.; era un signore di mezza età con r. capelli di un biondo sbiadito (Giorgio Bocca); pettine r., con denti piuttosto distanti l’uno dall’altro (contr. di pettine fitto); pioggia r.; popolazione rada. b. Di oggetti poco fitti rispetto a una superficie, a uno spazio relativamente grandi: case r.; alberi r.; file r.; denti, peli r.; una rete a maglie r., larghe; macchie nere o livide ... apparivano a molti, a cui grandi e rade e a cui minute e spesse (Boccaccio). 2. In senso temporale, distanziato nel tempo, non frequente (cfr. raro): le sue visite si facevano sempre più r.; camminava a passi r.; se vincevano, il che occorreva r. volte, essi seguivano [seguitavano, cioè sfruttavano] la vittoria (Machiavelli). Molto frequente la locuz. avv. di rado, raramente, poco spesso: torna a casa di r.; ci vado di r.; capita di r. una fortuna simile; con la negazione, non di rado, abbastanza spesso: non di r., è lui che ha ragione. Non com. il semplice rado, invar., con valore avv.: Parlavan rado, con voci soavi (Dante); Oimè, perché sì rado Mi date quel dond’io mai non son sazio? (Petrarca). 3. ant. Raro, singolare: ha voluto cosa rada e da comendare a memoria narrarci (G. Gherardi).