ragionamento
ragionaménto s. m. [der. di ragionare]. – 1. ant. o tosc. Discorso, conversazione: Li tuoi r. [con gli usurai] sian là corti (Dante); in r. piacevoli infino all’ora di poter cenare gli ritenne (Boccaccio); avere (oppure essere in) ragionamento o ragionamenti con qualcuno, parlare, discorrere; entrare in r. con qualcuno, cominciare a discorrere, a parlare. 2. Ogni procedimento argomentativo, di qualsiasi forma, per il quale si deduca, dimostri o sostenga qualcosa partendo da un dato complesso di nozioni e di elementi: che si poteva mai rispondere a r. dedotti da una sapienza così antica? (Manzoni); fare un r.; concludere un r.; segui il mio r.; questo non è un r.! Con riguardo al modo o al tipo: r. breve, lungo, chiaro, intricato, oscuro, ingarbugliato, posato, filato, serrato, zoppicante, saldo, debole, sofistico; in tono iron.: bel r.!; che razza di r.! Nella logica, ogni processo discorsivo della mente che, muovendo da determinate premesse, perviene a una conclusione: r. deduttivo, se procede dall’universale o dal generale al particolare; r. induttivo, se procede dal particolare al generale o all’universale. 3. Nome usato spec. nel Cinquecento per indicare dissertazioni e trattati di vario genere, come quelli di Ludovico Domenichi e di Luca Contile Sulle Imprese (1559 e 1574), oppure dialoghi, come quelli che danno il titolo a un’opera famosa di P. Aretino, I ragionamenti (1536 e 1556). ◆ Dim. ragionamentino, ragionamento debole.