ragna
s. f. [lat. aranea «ragno, ragnatela»; v. ragno]. – 1. a. ant. Ragno: O folle Aragne, sì vedea io te Già mezza ragna (Dante), già parzialmente trasformata in ragno. b. Ragnatela: Come ragne fra gli alberi intricate (Cardarelli); anticam. anche in funzione aggettivale: tela ragna (in questo sign. è oggi soltanto dell’uso letter., ma ne sono derivati i sign. estens. e fig. che seguono). 2. tosc. Punto o zona in cui una stoffa, un panno, un abito è molto rado e logoro per l’uso, da parere quasi trasparente: la giacca nei gomiti è tutta una ragna; per analogia, si dice anche di quelle nuvole bianche che, allungandosi e allargandosi, formano come delle ragnatele. 3. a. Rete multipla, a fili e maglie sottili, usata per la cattura di piccoli uccelli. In usi fig., trama, insidia, tranello: tendere la r., cadere nella r.; Tal signoreggia e va con la testa alta, Che già per lui carpir si fa la r. (Dante); la mia foga proveniva anche dal desiderio di sfondare la trista r. ordita da quel laido vecchio (Pirandello). b. Nell’attrezzatura navale del passato, specie di rete disposta a proravia delle coffe per impedire l’usura delle vele quadre nel loro sbattervi; mocca di ragna: v. mocca. 4. Bava molto sottile emessa dal baco da seta all’inizio della formazione del bozzolo, del quale costituisce quindi lo strato più esterno: è sinon. di spelaia. 5. Erba r., o assol. ragna, nome region. delle cuscute. 6. Ragna (o tignola) del melo, farfalla della famiglia iponomeutidi (Yponomeuta malinellus), lunga da 7 a 9 mm, con le ali anteriori bianche punteggiate di nero: i bruchi, di colore giallo, penetrano all’interno delle foglie del melo e si nutrono del parenchima; dopo la muta si riuniscono in gruppi e costruiscono un unico nido comune, costituito da foglie e rami uniti da fili sericei prodotti dalle larve stesse, dall’aspetto di una ragnatela (di qui il nome). ◆ Dim. ragnòla (v.).