ragno
s. m. [lat. araneus (anche nome di pesce), affine al gr. ἀράχνη]. – 1. a. In zoologia, nome comune dei chelicerati aracnidi dell’ordine aranei, con corpo diviso in una parte anteriore (prosoma) recante 6 paia di appendici (cheliceri, pedipalpi e 4 paia di zampe) e una parte posteriore (opistosoma) priva di appendici, unite da un sottile peduncolo (peziolo); i cheliceri sono provvisti di ghiandole velenifere; i pedipalpi, nei maschi, sono modificati in organi copulatori; caratteristica tipica è la presenza, all’estremità posteriore dell’addome, di ghiandole filatrici (filiere) il cui secreto si solidifica all’aria e forma il filo con cui viene costruita una tela di struttura più o meno complessa (ragnatela); le uova, fecondate con lo sperma precedentemente accumulato dalla femmina in un ricettacolo seminale, sono deposte in genere in un bossolo serigeno. Sono tipicamente terrestri e predatori, e si distinguono in sedentarî (che costruiscono ragnatele sulle quali si stabiliscono più o meno permanentemente) e vaganti (che utilizzano i fili secreti dalle filiere unicamente per avvolgere le uova e immobilizzare le prede). Tra le specie comuni in Italia sono: il r. crociato, dei giardini (Araneus diadematus: v. epeira); il r. delle case (Tegenaria domestica: v. tegenaria); il r. d’acqua dolce (Argyroneta aquatica: v. argironeta), che vive nei corsi d’acqua europei; e il r. di prato, nome con cui vengono comunem. indicati gli aracnidi dell’ordine opilioni. b. Locuzioni e usi fig.: non cavare un r. dal buco, non concludere nulla; essere, sembrare un r., avere un corpo sproporzionato, con braccia e gambe troppo lunghe e magre; uomo-ragno, donna-ragno, giocolieri dalle giunture snodate che si esibiscono nei circhi in spettacoli di contorsionismo; nel linguaggio alpinistico, persona particolarmente abile e addestrata in scalate e arrampicate di notevole difficoltà: il r. delle Dolomiti, soprannome dato alla guida alpina Cesare Maestri (n. 1929) per le sue eccezionali doti di scalatore; Gruppo ragni della Grignetta, creato a Lecco come scuola d’alpinismo e di specializzazione nei salvataggi in alta montagna. 2. R. rosso, nome comune di alcune specie di acari della famiglia trombididi. 3. Pesce ragno: a. Nome dialettale dei varî pesci teleostei della famiglia trachinidi, che vivono a poca profondità, nascosti nella sabbia: di colore grigio con fasce oblique sul ventre e pinna dorsale nera, infliggono dolorose punture con gli aculei dell’opercolo e della pinna dorsale. b. Nome region., spec. tosc., della spigola. 4. a. Rete da pesca del tipo tartana. b. Elemento dell’astrolabio, costituito da un disco traforato (chiamato anche rete). c. Nel linguaggio cinem., supporto a tre gambe sul quale si fissa la macchina da presa. 5. In numismatica, nome di una moneta veneziana, non identificabile con certezza, del tardo Rinascimento. 6. Attrezzo di cucina, specie di mestolo, formato da un manico e da una parte espansa leggermente concava, fatta con filo di ferro a maglie molto larghe, utilizzato per raccogliere le fritture. ◆ Dim. ragnétto e ragnettino, ragnino; accr. ragnóne; pegg. ragnàccio (tutti quasi esclusivam. nel sign. proprio). TAV.