ramificazione
ramificazióne s. f. [dal lat. mediev. ramificatio -onis; v. ramificare]. – Il ramificare, o più spesso il ramificarsi; con sign. concreto, la disposizione e l’insieme stesso dei rami. In partic.: 1. In botanica, produzione di rami in un asse caulinare o radicale (per analogia, anche la formazione di nuovi elementi laterali in organismi filamentosi, come certe alghe o funghi); si distingue in: r. dicotomica, quando, dopo una fase di allungamento, si ha la biforcazione dell’apice vegetativo e lo sviluppo di due rami apicali, e r. laterale, quando i nuovi rami si formano al di sotto dell’apice vegetativo, lateralmente all’asse principale; la ramificazione laterale può essere di tipo monopodiale, quando gli assi o germogli laterali non sostituiscono mai l’asse principale, che continua ad allungarsi indefinitamente, o di tipo simpodiale, quando gli assi laterali si sostituiscono con ritmo regolare all’asse principale che cessa il proprio allungamento (come avviene, per es., nelle specie del genere asaro). 2. estens. e fig. Articolazione, suddivisione o disposizione simile a quella dei rami d’una pianta (anche in senso concr., l’insieme dei varî rami, o, talora, un singolo ramo): le r. d’un corso d’acqua; la r. delle arterie, dei bronchi; una r. della galleria; un’industria, o un’organizzazione criminale, con numerose ramificazioni.