rampollare
v. intr. [der. di rampollo] (io rampóllo, ecc.; aus. essere), letter. – 1. Delle piante, e in partic. dei rami, dei getti, germogliare: dal vecchio tronco a primavera cominciarono a r. teneri virgulti; delle acque, scaturire dalla terra, sgorgare: una limpida vena rampollava dalla viva roccia; un mormorio d’acqua che rampolla e si perde in un prato (I. Calvino). 2. fig. a. letter. Discendere, avere origine come genealogia: da Attendolo Sforza rampollò una generazione di duchi e di principi. b. Di idee, pensieri, qualità, sentimenti, nascere, scaturire, generarsi: una geniale idea gli è rampollata nella mente; dall’avarizia rampollano molti altri vizî; l’omo in cui pensier rampolla Sovra pensier, da sé dilunga il segno (Dante); la rivide come morta. La pietà rampollava nel suo cuore (Serao); con altro senso: udendo il nome Che ne la mente sempre mi rampolla (Dante), il nome di Beatrice che risorge continuamente nella mia memoria.