rapa1
rapa1 s. f. [lat. rapa, in origine neutro pl. di rapum, divenuto poi femm. sing.]. – 1. Pianta erbacea bienne (Brassica campestris ssp. rapa), originaria forse dell’Europa, coltivata sia per la radice carnosa (detta anch’essa rapa), di forma varia, rotonda, ovale, ellittica, depressa, ecc., più o meno grossa, con polpa bianca, gialla o rosata, dolce o piccante, sia quale foraggera da radice, in quasi tutta l’Europa e nell’America Settentr. (consociata con avena, miglio, grano saraceno, ecc., o in coltura pura), oppure quale ortaggio, per le foglie giovani, e inoltre per le infiorescenze giovani con i fiori in boccio, dette broccoli o cime di rapa (v. broccolo). I semi delle diverse varietà contengono in media dal 30 al 40% di olio, simile a quello di colza, e i panelli residuati dall’estrazione si usano come foraggio o come concime. Altre specie largamente coltivate sono la r. da foraggio, detta anche navone (lat. scient. Brassica napus var. napobrassica), con radice ingrossata e usata per foraggio o quale ortaggio, e la r. selvatica, chiamata più comunem. colza (lat. scient. Brassica napus cv. napus). 2. In espressioni fig. e con varî usi metaforici: a. Persona stupida e sciocca (per similitudine col gusto insipido della rapa): è una r., è una testa di r.; voler cavare sangue da una r., pretendere che qualcuno capisca o faccia quel che non è capace di capire o di fare (non cercare di convincerlo, è come voler cavar sangue da una r.); con riferimento più generico a persona (meno com. a cosa) di scarso valore: valere quanto una r., non valere una rapa. b. scherz. Testa rasata fino alla cotenna o completamente calva: aver la testa come una r.; guarda che rapa! ◆ Dim. rapétta e rapettina, rapina (e region. rapini m. pl., cime di rapa); accr. rapóne m., anche fig., zuccone, buono a nulla.