rasare
v. tr. [der. di raso1, part. pass. di radere]. – 1. Tagliare via il pelo col rasoio in modo che la superficie della pelle diventi liscia; radere completamente: r. e farsi r. i capelli o la testa (anche semplicem. rasare e farsi rasare); r. e farsi r. la barba (e nel rifl. rasarsi, farsi la barba), i baffi, i peli superflui; ha fatto r. il pelo al suo cane, o anche ha fatto r. il suo cane; r. la peluria di una pelle; r. un feltro. 2. a. Pareggiare la superficie d’un oggetto togliendo le sporgenze: r. le siepi; r. l’erba di un prato. In partic., togliere con la rasiera o con altro arnese la parte che eccede dall’orlo di una misura di capacità o di un recipiente: r. uno staio di grano, una misura di semi abbrustoliti, un boccale di birra. b. non com. Abbattere (una costruzione, una struttura), radere al suolo: gli aeroplani gli avevano rasato la casetta, le cannonate le stalle (Pasolini). ◆ Part. pass. rasato, anche come agg., con senso analogo a raso1: aveva la barba mal rasata; riferito a persona: quell’uomo è sempre accuratamente rasato. Nella lavorazione della maglia, si chiama punto rasato (o punto calza) il punto che si ottiene lavorando un intero ferro a maglie diritte e uno a maglie rovesce. Con sign. particolare, si chiamano teste rasate alcuni gruppi di giovani violenti e xenofobi, caratterizzati dal cranio completamente pelato (v. anche skinhead).