rasciugare
v. tr. [comp. di r- e asciugare] (io rasciugo, tu rasciughi, ecc.). – Forma intens. (e in Toscana più pop.) di asciugare nei suoi varî sign.: r. i capelli, r. il sudore; Amore ed Imene m’insegnarono a r. le lagrime d’una tenera figliuola (L. Da Ponte); con la particella pron. in funzione di compl. di termine: rasciugarsi le mani, il viso, le lacrime. Con il sign. partic. di «prosciugare»: r. un terreno acquitrinoso; e come intr. pron.: il mare, ancorché non abbia più da servire alla navigazione e al traffico, non si vede che si rasciughi (Leopardi); quando l’aria cominciò a rasciugarsi, il fieno dei piani era marcio (Tozzi). ◆ Part. pass. rasciugato, anche come agg.: un terreno, un pantano rasciugato, prosciugato; tosc., magro, secco, asciutto: era scuro di pelle e rasciugato di carne, segnato da rughe e infossature proprie di quelli che vivono all’aria aperta nelle campagne (Palazzeschi).