rattrappire
(ant. rattrappare) v. tr. [der. del fr. trappe «trappola»] (io rattrappisco, tu rattrappisci, ecc., e rispettivam. io rattrappo, ecc.). – Provocare la contrazione di uno o più arti, e più in generale delle membra del corpo, e, con la conseguente diminuzione della funzionalità nervosa e muscolare, la difficoltà o l’impossibilità temporanea di distenderli: la posizione scomoda mi ha rattrappito le gambe; lo scrivere a lungo gli aveva rattrappito la mano; il freddo mi ha tutto rattrappito; nell’intr. pron.: mi si è rattrappito un braccio; guidando per otto ore di séguito, mi sono tanto rattrappito che non posso quasi muovermi. Per estens., raccogliersi con tutta o parte della persona: Che ’n sù si stende, e da piè si rattrappa (Dante), di un nuotatore che torna dal fondo alla superficie del mare. ◆ Part. pass. rattrappito (ant. anche rattrappato), come agg.: e quasi tutto rattrappato, come poté a casa sua se ne tornò (Boccaccio); aver le mani, le gambe rattrappite; fig.: sotto i nudi ippocastani ancora rattrappiti dal freddo (De Marchi).