razzolare
v. intr. [der. dell’ant. razzare «raspare, grattare», prob. di origine germ.] (io ràzzolo, ecc.; aus. avere). – 1. Raspare con le zampe nel terreno per scovare qualcosa da beccare, riferito a polli e ad altri gallinacei: i galletti razzolavano per il cortile; la chioccia, seguita dai pulcini, andava razzolando fra la spazzatura; con uso trans. (non com.) e con sign. estens., riferito a persona: piuttosto che immergermi nelle pozzanghere a r. alquanti lordi e puzzolenti zecchini (C. Gozzi). In senso fig., nella locuz. proverbiale predicare bene e razzolare male, di chi nel parlare sembra persona giusta e onesta, mentre nelle azioni si comporta in modo ingiusto e disonesto: far come padre Zappata, che predicava bene e razzolova male (adagio molto comune); se è vero che i più in Italia scrivono male, come lasciano intendere certi predicatori che poi non razzolano bene, scriviamo dunque meglio (Carducci). 2. estens. Rovistare, frugare: smettila di r. nei miei cassetti!