Realismo cinico
loc. s.le. m. Movimento artistico cinese sorto negli anni Novanta del Novecento, caratterizzato da uno sperimentalismo libero dagli stereotipi dell’arte di regime dei decenni precedenti. ◆ Esponente del «Realismo cinico», specialista nel dipingere volti stilizzati, che un po’ gli somigliano, dominati dai toni rosa e arancio, o enormi facce in bianco e grigio in primo piano, Fan Lijun ha partecipato alla Biennale di Venezia del 1993 e del 1999 ed è collezionato da Sacha Lainovic e Charles Saatchi. Incontra il gradimento del mercato soprattutto quando realizza opere colorate e oniriche con neonati tra nuvole e fiori, mani o teste che spuntano dall’acqua, visioni pittoriche metafisiche le cui stime sono cresciute di sei volte in quattro anni. (Sole 24 Ore.com, 4 settembre 2007, ArtEconomy) • Protagonista del cosiddetto Realismo cinico, una sorta di nichilismo in salsa orientale, sostenuto dal mago gallerista-pubblicitario Charles Saatchi, la fortuna economica di Yue Minjun continua ben oltre l’entrata in crisi del mercato internazionale dell’arte. (Pierluigi Panza, Corriere della sera, 18 dicembre 2011, La Lettura, p. 26).
Espressione composta dal s. m. realismo e dall’agg. cinico. Già attestato nel Corriere della sera del 26 giugno 2005, p. 55 (Francesca Bonazzoli).