reattanza2
s. f. In psicologia, forte reazione che scatta nell’individuo che si senta minacciato nella propria libertà d’azione, consistente nel rifiuto di prescrizioni percepite come costrizioni illegittime o immotivate. ♦ Secondo i ricercatori di questo studio, inoltre, le persone con alta reattanza finiscono per agire addirittura contro il proprio interesse perché l’unica cosa che conta è appunto resistere a ogni costo a chiunque cerchi di limitare la loro libertà. Il termine reattanza è mutuato dall'elettrotecnica, dove il termine indica – in un circuito elettrico a corrente alternata a due morsetti – la parte immaginaria dell'impedenza. Quest'ultima rappresenta la forza di opposizione di un circuito al passaggio di una corrente elettrica. (Focus.it, 13 novembre 2017, Comportamento) • «Il tema è che molti non credono nella reale efficacia della mascherina, fuorviati dal dibattito sui social. Per cui, quando devono metterla, prevale la frustrazione», osserva la professoressa Guendalina Graffigna che, all’Università Cattolica di Milano, insegna Psicologia dei Consumi e della Salute e dirige l’EngageMinds Hub. E che spiega: «Le imposizioni creano reazioni di “reattanza”, che è la ribellione che scatta quando ci si sente minati nella libertà di espressione e psicologica. Negli esercizi pubblici, i cartelli troppo perentori oppure i toni impositivi o accusatori verso i clienti tendono a creare reazioni opposte a quelle desiderate. Il trucco, invece, è attivare l’empatia. Bisogna far capire che le mascherine servono a tutelare non solo la salute degli avventori, ma quella dei lavoratori che sono lì a servirli e dei familiari e delle persone a cui loro vogliono bene. Questo passaggio psicologico sposta l’attenzione dalla tutela del cliente a quella degli affetti della persona che hanno di fronte e rende più accettabili le mascherine». (Candida Morvillo, Corriere della sera.it, 20 giugno 2020, Economia).
Da reattanza1.