reazione
reazióne s. f. [der. di reagire, secondo il modello del rapporto agire-azione]. – Azione che si oppone ad altra azione. Da questo sign. centrale e generale si articolano i varî sign. che la parola assume nell’uso comune e come termine di molte scienze e tecniche. 1. Nell’uso comune: a. L’atto o il comportamento con cui si reagisce, si risponde a un’offesa, a una violenza, a cosa che si ritiene non giusta (v. anche riazione, forma letter. ant.): l’affermazione dell’oratore provocò la viva r. degli ascoltatori; un sonoro schiaffo fu l’immediata sua r. all’insulto; al sentire quella calunnia ebbe un brusco movimento di r.; la sua r. è stata più blanda di quanto avessi immaginato. b. Atteggiamento e comportamento (individuale, di gruppi o categorie, di organi e istituzioni) inteso a ristabilire condizioni politiche e sociali che sono state superate da una rivoluzione, o comunque a opporsi intransigentemente a ogni tendenza e prassi progressista e innovativa: i gruppi, gli ambienti, le forze della r., e assol. la reazione (lo scatenarsi della r., combattere la r.). In partic., la reazione (o la Reazione), il movimento di opposizione ai principî e all’azione della rivoluzione francese, così designato polemicamente dagli stessi rivoluzionarî alla fine del sec. 18°; in seguito, il periodo storico successivo alla caduta di Napoleone, durante il quale si volle riportare la vita europea ai principî politici anteriori alla Rivoluzione francese, con una serie di iniziative e di ideologie, che più spesso vanno sotto il nome di restaurazione. 2. In chimica, ogni variazione o trasformazione della natura chimica di una o più sostanze, che si rappresenta mediante un tipo particolare di equazione (equazione chimica) in cui il membro a sinistra indica le sostanze reagenti, il membro a destra i prodotti di reazione; i due membri sono separati da una freccia orientata da sinistra a destra, nel caso di una r. irreversibile (tale, cioè, che tutti i reagenti risultino trasformati nei prodotti), e da due frecce con orientamento opposto per una r. reversibile (che tende verso uno stato di equilibrio caratterizzato da una trasformazione non completa dei reagenti nei prodotti): così, per es., N2 + 3H2 Ï 2NH3. A seconda che le sostanze reagenti e quelle formatesi dalla reazione costituiscano o no un’unica fase si parla di r. omogenea o di r. eterogenea; a seconda che avvenga con sviluppo o assorbimento di calore, di r. esotermica o di r. endotermica; a seconda del tipo di trasformazione, di r. di sintesi (r. di combinazione e di addizione), r. di analisi (r. di dissociazione e di decomposizione), r. di metatesi (r. di neutralizzazione, di precipitazione e di scambio); a seconda del tipo di composti che intervengono, di r. di eterificazione, esterificazione, diazotazione, nitrosazione, ecc. (v. alle singole voci); con riferimento alla struttura dell’atomo si parla anche di r. di trasferimento protonico (nel caso in cui si liberano o si fissano uno o più protoni), di r. di trasferimento elettronico (quando si ha il passaggio di elettroni da un atomo all’altro). Alcune reazioni chimiche prendono poi nomi proprî, come, per es., r. di Curtius, r. di Friedel Crafts, r. di Hofmann, r. di Grignard. R. catalitica, reazione nella quale si aggiunge un catalizzatore per aumentare la velocità (per la r. autocatalitica, v. autocatalisi). R. a catena, reazione che si articola attraverso una successione di stadî reattivi, ciascuno dei quali, oltre a dar luogo alla formazione dei prodotti desiderati, rigenera un prodotto intermedio (generalmente un atomo o un radicale) che prende parte al successivo stadio di reazione. Meccanismo di reazione, la sequenza dei varî stadî intermedî attraverso i quali le sostanze reagenti si trasformano dando luogo ai prodotti finali. Velocità di reazione, la velocità con la quale diminuisce la concentrazione delle sostanze reagenti e aumenta quella dei prodotti ottenuti: dipende dalla natura dei reagenti, dalla loro concentrazione, dalle condizioni di temperatura e dalla eventuale presenza di particolari sostanze, dette catalizzatori. 3. a. In fisica, in senso generico, ogni forza che si consideri come risposta a un’altra forza, spec. con riferimento al principio di azione e r. (detto anche principio di r. o terza legge della dinamica), in base al quale a ogni forza che un corpo A esercita su un corpo B fa riscontro una forza uguale e contraria esercitata da B su A; in partic., r. vincolare, la forza esercitata su un corpo da un vincolo cui esso è soggetto. Per estens. del sign. che il termine ha in chimica, r. nucleare, trasformazione naturale o artificiale di un nucleo atomico in un altro, in genere provocata dall’interazione di un nucleo con una particella su di esso incidente; r. a catena, tipo di reazione nucleare capace di autosostenersi con i proprî prodotti (v. catena, anche per gli usi fig. della locuz.); r. di cattura, reazione nucleare con cui una particella incidente è trattenuta dal nucleo bersaglio. b. Nella tecnica, a reazione, che funziona per reazione: turbina a r.; motore, propulsore a r. (con cui si indica, nel linguaggio corrente, il gruppo propulsore di veicoli con propulsione a getto). c. In elettronica, con riferimento a un quadripolo (per es., un amplificatore), l’interazione tra grandezze d’uscita e d’entrata (il termine è anche usato, con sign. analogo, nella tecnica dei controlli automatici e dei servosistemi, e dei sistemi dotati di autoregolazione come i sistemi omeostatici): r. controllata, r. libera o spontanea, a seconda che la reazione sia introdotta volontariamente o insorga spontaneamente per accoppiamenti indesiderati tra uscita ed entrata del quadrupolo stesso; r. positiva o diretta, r. negativa o indiretta (o controreazione), a seconda che la tensione di reazione del quadrupolo sia in accordo o in opposizione di fase con la tensione applicata. 4. a. In biologia, movimento o modificazione con cui la sostanza vivente risponde all’azione di uno stimolo (v. eccitabilità e irritabilità). Tessuto di reazione (o di r. infiammatoria), quello che si forma nel corso dei processi infiammatorî come reazione dell’organismo a lesioni o cause nocive (allergeni, corpi estranei, ecc.); ne è un esempio particolare il tessuto di granulazione (v. granulazione). b. In chimica clinica (con sign. analogo a quello chimico del n. 2, o come sinon. di prova), l’azione svolta da uno o più reattivi su un campione di materiale (sangue, urina, liquido pleurico, ecc.). c. In biologia e in medicina, modificazione complessa e di durata più o meno prolungata che si sviluppa nell’organismo in risposta a variazioni dell’ambiente interno (r. febbrile, flogistica, anafilattica, immunitaria) o esterno (per es., il brivido, quando esso sia una risposta biologica alle basse temperature, così come la sudorazione alle temperature elevate, ecc.). In patologia, r. di fase acuta, l’insieme delle modificazioni metaboliche (e quindi anche termiche), neuroendocrine e immunitarie che contrassegnano la risposta generale dell’organismo di fronte a varî eventi patogeni (infezioni, tossinfezioni, ustioni, reazioni di incompatibilità immunologica, ecc.), di cui sono aspetti salienti la febbre, la leucocitosi e altre modificazioni ematologiche. Tra i mediatori chimici della reazione di fase acuta figurano le interleuchine, alcune prostaglandine, ecc. In semeiotica medica, fenomeno, elementare e istantaneo come un riflesso, che viene provocato con opportune manovre nel corso dell’esame del malato e che caratterizza determinate condizioni patologiche: r. miotonica, r. miastenica, r. degenerativa. d. In psichiatria, sindrome di vario tipo: r. esogena, sindrome psicotica dovuta a un agente che non sia in rapporto né con la costituzione né con la disposizione del soggetto; r. psicogena, sindrome che insorge a seguito di un fatto realmente vissuto ricco di contenuto emotivo, in rapporto diretto, anche di tempo, con il fatto stesso (per es., lo stato depressivo che insorge dopo un grave lutto). e. In psicologia, sinon. più generico di risposta, come attività di un organismo conseguente a una stimolazione: r. motorie o sensoriali; tempo di r., il tempo che intercorre tra lo stimolo e l’insorgere della reazione. 5. In agraria, r. del terreno, l’acidità o basicità della soluzione circolante nel terreno (espressa dal pH della soluzione stessa). 6. In linguistica, r. etnica, ogni trasformazione motivata, in una lingua che si è recentemente affermata in una collettività, dal persistere e riaffiorare di usi e caratteristiche proprie della lingua precedentemente parlata in quella collettività e ormai estinta o in via di estinzione (v. anche sostrato). TAV.