recare [dal got. rikan] (io rèco, tu rèchi, ecc.). - ■ v. tr. 1. (lett.) [far pervenire qualcosa a qualcuno con le proprie mani, anche fig.: r. un dono; r. una notizia] ≈ consegnare, portare, [con riferimento a lettere e sim.] recapitare. ↔ ‖ *ricevere. ● Espressioni: burocr., recare ad effetto [tradurre in realtà un piano e sim.] ≈ [→ REALIZZARE (1. a)]; lett., recare alla memoria (o alla mente) [richiamare qualcosa alla memoria: r. alla mente i ricordi di gioventù] ≈ ricordare, (lett.) rammemorare, rammentare, rievocare. ↔ dimenticare, (lett.) obliare. 2. (estens.) [essere causa di un sentimento e sim.: r. gioia, sollievo, dolore] ≈ apportare, arrecare, (lett.) cagionare, causare, portare, provocare. 3. (lett.) a. [assegnare a qualcuno una nuova condizione, per lo più negativa, con la prep. in del secondo arg.: r. qualcuno in servitù, in soggezione] ≈ ridurre. b. [eseguire la traduzione di un testo, con la prep. in del secondo arg.: l'Eneide recata in versi italiani da A. Caro] ≈ rendere, tradurre, volgere. ■ recarsi v. intr. pron., burocr. [di persona, muoversi per raggiungere un certo luogo, con le prep. a, in: r. al primo piano; r. nell'ufficio del direttore] ≈ andare, (non com.) condursi, (burocr.) portarsi, raggiungere (ø). ↔ provenire (da), tornare (da), venire (da). [⍈ ANDARE]