recedere
recèdere v. intr. [dal lat. recedĕre, der. di cedĕre «andare»] (coniug. come cedere; aus. avere). – 1. letter. Indietreggiare, tornare indietro, ritirarsi; più com. in usi fig., con il senso implicito di cessione, rinuncia: non recederò dai miei diritti; non ha receduto dall’impegno preso; r. dalle pretese, da una proposta, da un disegno; malgrado le mie insistenze non recedette di un passo dalle sue convinzioni. In partic., con riferimento a processi morbosi, regredire, attenuarsi: l’infezione comincia a r.; la febbre recede. 2. In diritto civile, avvalersi della facoltà di recesso (v.), ponendo fine al rapporto obbligatorio derivante da un contratto. ◆ Part. pres. recedènte, frequente nel linguaggio giur. come agg. e anche sost.: dichiarazione del recedente. ◆ Part. pass. receduto, raro e letter. recèsso: Nell’alto de le cose ami recesso Gir meditando (Parini), appartato in profonda solitudine. Come agg., nel linguaggio giur., detto di contraente o socio che si sia sciolto dai vincoli contrattuali avvalendosi della facoltà di recesso.